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Autore
Dott.ssa Martina Amigoni
Psicologa
Le complesse sfide legate al disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder – BED) rappresentano una significativa area di preoccupazione per la salute mentale e il benessere. In particolare, questo disturbo colpisce prevalentemente le donne tra i 20 e i 50 anni ed è spesso caratterizzato da una relazione disfunzionale con il cibo, sentimenti di perdita di controllo e una profonda influenza sul benessere psicologico e fisico. Questo articolo si propone di analizzare in dettaglio cos’è l’abbuffata compulsiva, le sue possibili cause, i sintomi associati, la sua complessa interconnessione con la depressione e le opzioni di trattamento disponibili per i professionisti medici e psicologi.

abbuffata compulsiva esempio
Cosa Sono le Abbuffate Compulsive
Le abbuffate compulsive sono episodi ricorrenti in cui un individuo consuma ingenti quantità di cibo in un breve periodo, spesso senza alcun controllo sulla quantità ingerita. Questi episodi sono generalmente caratterizzati da una sensazione di perdita di controllo e sono spesso accompagnati da sentimenti di vergogna e colpa. Mentre molte persone occasionalmente possono mangiare in modo eccessivo, l’abbuffata compulsiva si distingue per la sua persistenza e regolarità.
Cosa Scatena le Abbuffate Compulsive
Le cause delle abbuffate compulsive possono essere multiple e complesse, coinvolgendo spesso una combinazione di fattori psicologici, emotivi, sociali e ambientali. Le esperienze di stress, ansia, depressione e bassa autostima possono svolgere un ruolo fondamentale nel desiderio di cercare conforto attraverso il cibo. Questo meccanismo di coping può diventare un ciclo dannoso in cui le abbuffate stesse alimentano ulteriormente la depressione e l’ansia, creando un circolo vizioso.
Sintomi delle Abbuffate Compulsive
I sintomi delle abbuffate compulsive includono il consumo incontrollato di cibo in un breve lasso di tempo, spesso in solitudine, una sensazione di totale perdita di controllo durante l’episodio e sentimenti intensi di colpa, vergogna e auto-disprezzo dopo l’abbuffata. Le persone affette da BED spesso nascondono il loro comportamento agli altri e possono evitare i pasti per compensare le abbuffate. Questi sintomi influiscono notevolmente sulla qualità della vita, sul benessere e sulla salute complessiva.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata e Depressione
La relazione tra il disturbo da alimentazione incontrollata e la depressione è un campo di studio complesso. Mentre la correlazione esatta tra i due disturbi richiede ulteriori ricerche, esiste un consenso crescente sul fatto che il BED possa rappresentare un meccanismo di coping per far fronte alle emozioni negative associate alla depressione. Questo ciclo dannoso, in cui le abbuffate aumentano ulteriormente i sentimenti di colpa e auto-disprezzo, aggrava ulteriormente la depressione, evidenzia l’importanza di una diagnosi e di un intervento tempestivi.
Terapia del Disturbo da Alimentazione Incontrollata
La terapia rappresenta un aspetto fondamentale nella gestione del BED. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la Terapia Razionale Emotivo Comportamentale (TREC) sono tra le principali opzioni terapeutiche ed è finalizzata a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati alle abbuffate. Il trattamento psicologico per il BED spesso include la gestione delle emozioni, l’apprendimento di strategie di coping e l’aumento dell’autostima.
Un approccio multidisciplinare che coinvolge psicologi, nutrizionisti e medici è essenziale per garantire una gestione completa del BED. Le strategie nutrizionali possono educare le persone su abitudini alimentari sane ed equilibrate e promuovere una relazione più positiva con il cibo. L’obiettivo dell’intervento è quello di ridurre le abbuffate, migliorare la salute psicologica e fisica e sostenere il benessere complessivo dei pazienti.
In sintesi, il disturbo da alimentazione incontrollata rappresenta una sfida complessa e significativa che influisce sulla salute fisica e mentale delle persone, in particolare delle donne tra i 20 e i 50 anni. Riconoscere i sintomi, eseguire una diagnosi accurata e intervenire tempestivamente sono passi cruciali per affrontare il BED e migliorare la qualità della vita dei pazienti. La terapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, offre un approccio efficace per gestire il BED e favorire una relazione più sana con il cibo. Il coinvolgimento di un team di professionisti sanitari rappresenta una strategia chiave nella gestione completa di questo disturbo complesso.
La Prospettiva a Lungo Termine
Il trattamento del BED è un processo che richiede tempo e impegno. La prospettiva a lungo termine è promettente, con molte persone che sperimentano miglioramenti significativi nella loro relazione con il cibo e nella loro salute mentale. Il supporto continuo da parte di professionisti sanitari, amici e familiari è cruciale per il successo a lungo termine.
In ogni caso, non è detto che se il disturbo è presente da molto tempo, ci voglia un periodo altrettanto lungo per la cura. In certi casi, e specialmente quando il paziente riesce ad affrontare il percorso con alta motivazione e flessibilità, è possibile che rimetta i sintomi anche in tempi brevi.
Considerazioni finali
Il disturbo da alimentazione incontrollata è un disturbo grave che può avere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale. Riconoscere i sintomi e cercare aiuto è un passo fondamentale per affrontare il Binge Eating Disorder e migliorare la qualità della vita. La terapia, inclusa la terapia cognitivo-comportamentale e razionale emotivo comportamentale, oltre ad altre opzioni terapeutiche, sono approcci efficaci per gestire il BED e promuovere una relazione più sana con il cibo. Un approccio multidisciplinare che coinvolge professionisti medici, psicologi e nutrizionisti è cruciale per una gestione completa di questo disturbo complesso. Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata può essere trattato con successo (vedi anche Mindful Eating), e l’aiuto è disponibile per coloro che cercano il recupero.
In particolare, il percorso psicologico può essere utile per lavorare sull’impulsività e la ricerca di controllo sul cibo, sulle complicanze emozionali legati al seguire una dieta, sulle emozioni connesse all’atto del mangiare, sull’accettazione del corpo, sul recupero dell’autostima e di una vita sociale e relazionale più soddisfacente.
Caso di Studio della dottoressa Martina Amigoni, psicologa specializzata in disturbi del comportamento Alimentare: Maria, una Vittima delle Abbuffate Compulsive
Maria (nome di fantasia), una donna di 35 anni, ha lottato a lungo contro le abbuffate compulsive. Le sue abbuffate erano scatenate da stress e ansia e avevano creato un ciclo incessante di vergogna e colpa. Dopo aver cercato aiuto, ha iniziato un percorso psicologico con l’obiettivo di affrontare il suo BED. La terapia ha giocato un ruolo cruciale nel processo di guarigione di Maria.
Attraverso la terapia razionale emotivo comportamentale (TREC), ha imparato a riconoscere i pensieri e i comportamenti disfunzionali che la portavano alle abbuffate. Ha sviluppato strategie di coping per affrontare lo stress e le emozioni negative in modi più sani. Nel corso del trattamento, ha anche affrontato le radici profonde della sua bassa autostima e ha imparato ad accettarsi con compassione. Attraverso l’intervento e, Maria ha compiuto notevoli progressi nel suo percorso di recupero. Sebbene ci siano state sfide lungo il cammino, Maria, come tante altre persone che hanno scelto l’aiuto professionale, è un esempio di come un percorso psicologico possa aiutare le persone a superare il Disturbo da Alimentazione Incontrollata e costruire una relazione più sana con il cibo e con sè stesse.