L’insonnia cronica è uno schema a lungo termine di difficoltà nel dormire. L’insonnia viene considerata cronica se una persona ha problemi a addormentarsi o a rimanere addormentata almeno tre notti a settimana per tre mesi o più tempo.
Alcuni soggetti con insonnia cronica hanno una storia di difficoltà a dormire.
L’insonnia cronica ha molte possibili cause: può dipendere dallo stress, da problemi fisici o disturbi mentali, da problemi neurologici, dall’uso di farmaci o sostanze, dalla presenza di un partner nel letto o da generici disturbi del sonno.
Come per l’insonnia acuta, l’insonnia cronica può verificarsi in soggetti di qualunque età; mentre il disturbo è più frequente nelle donne.
Che cos’è l’insonnia?
L’insonnia è un disturbo comune che riguarda la difficoltà a prendere sonno, lo svegliarsi durante la notte e l’impossibilità a riprendere sonno e la difficoltà a restare svegli dopo la notte o una qualunque combinazione di questi disturbi.
La quantità di riposo necessaria è un’entità variabile, soggetta alle idiosincrasie individuali, ma universalmente, 7-8 ore di sonno sono considerate lo standard aureo per gli individui adulti.
Tutti, in un momento della propria vita, sperimentano l’insonnia a breve termine (insonnia acuta), che può durare per diversi giorni.
Di solito è il risultato dello stress o di un evento traumatico. Alcune persone, al contrario, soffrono di insonnia cronica, cioè di un disturbo che si protrae per almeno 3 mesi.
In questo caso è possibile intervenire con terapie mirate per attenuare il disturbo.
Quando l’insonnia si tramuta in insonnia cronica?
L’insonnia acuta si tramuta in insonnia cronica quando il disturbo si presenta almeno 3 notti a settimana per un periodo continuativo di 3 mesi o più.
In questo caso si può parlare di insonnia cronica.
Disturbi del sonno che si presentano con una frequenza minore o che durano per un tempo inferiore ai 3 mesi rientrano nei casi di insonnia acuta o di insonnia di breve termine.
Insonnia cronica: scopriamo i sintomi e le possibili cause
I sintomi comuni dell’insonnia cronica includono:
- difficoltà ad addormentarsi;
- svegliarsi durante la notte;
- incapacità a riprendere sonno dopo essersi svegliati;
- stanchezza mattutina;
- sonnolenza diurna;
- depressione, ansia e irritabilità;
- difficoltà di concentrazione;
- perdita di memoria.
Le cause dell’insonnia cronica possono essere molteplici. Vediamo le principali:
- stress;
- ansia;
- depressione;
- attacchi di panico;
- uso di farmaci;
- uso di sostanze;
- disturbi neurologici;
- turni di lavoro;
- errata igiene del sonno (dormire in una stanza troppo calda o troppo fredda, coricarsi ad orari diversi, mancanza di buio, uso di dispositivi elettronici prima di addormentarsi, ecc…).
Ci si deve preoccupare se si soffre di insonnia cronica?
Si parla di insonnia cronica solo nel caso in cui i disturbi si presentano almeno 3 giorni a settimana per 3 mesi o più. Poiché l’insonnia cronica è una condizione che può essere invalidante è opportuno intervenire consultando un medico.
La diagnosi di insonnia cronica, oltre all’indispensabile anamnesi del medico, viene effettuata con la polisonnografia. L’esame viene effettuato in un laboratorio del sonno durante la notte. Il medico monitora i modelli di sonno del paziente, la continuità del sonno e le risposte biologiche durante il sonno.
La polisonnografia esamina i modelli delle onde cerebrali, i movimenti degli occhi e il tono dei muscoli. Inoltre, monitora e registra la respirazione, l’attività cardiaca, i movimenti oculari, le funzioni cerebrali e la funzione oculare. La saturazione del sangue viene controllata in modo non invasivo con un pulsossimetro applicato ad un dito della mano. Durante lo studio si cerca di determinare la migliore condizione per consentire un sonno confortevole.
Come curare l’insonnia cronica: cosa fare per risolvere questo disturbo
Il trattamento dell’insonnia cronica prevede in genere l’utilizzo della terapia farmacologica, della terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia o di una combinazione di queste due misure.
Cambiamenti nello stile di vita, per esempio riducendo l’assunzione di stimolanti quali la caffeina e la nicotina o migliorando l’igiene del sonno, possono portare ad una riduzione dei sintomi.
È importante sottolineare che non esiste un generico miglior trattamento per l’insonnia cronica, ma ogni approccio terapeutico deve essere personalizzato anche in relazione alla storia clinica del paziente.
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Utilizzo di terapie e trattamenti
Il trattamento dell’insonnia cronica ha 2 obiettivi:
- il miglioramento della qualità del sonno aumentandone la durata e riducendo il numero di interruzioni;
- il miglioramento della qualità della vita diurna.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia (CBT-i) si presenta come una terapia di prima linea. Con la CBT-i, l’obiettivo è individuare le preoccupazioni, anche relative al sonno, che spesso affliggono i pazienti con insonnia cronica e sostituirle con pensieri e comportamenti più salutari. Questa forma di terapia può includere:
- l’educazione all’igiene del sonno: l’igiene del sonno enfatizza l’incremento delle abitudini che migliorano la quantità e la qualità del sonno, riducendo al contempo i comportamenti che peggiorano i problemi del sonno. Un terapeuta potrebbe consigliare, ad esempio, di andare a letto e svegliarsi agli stessi orari ogni giorno e di evitare di consumare caffè e alcolici nelle ore precedenti al sonno;
- controllo degli stimoli: molte persone con insonnia cronica soffrono di ansia al pensiero di addormentarsi, il che può peggiorare la durata e la quantità dei. Il controllo degli stimoli comporta una serie di azioni che si possono compiere per ridurre queste preoccupazioni e stabilire un buon rapporto con lo spazio in cui si dorme. Tra queste, utilizzare il letto solo per il sonno, sdraiarsi solo quando ci si sente esausti e impostare una sveglia alla stessa ora ogni mattina;
- restrizione del sonno: riducendo la quantità di tempo trascorso a letto, si tende ad aumentare la qualità del sonno. Per confrontare la quantità di tempo che un paziente trascorre a letto da sveglio con la quantità di tempo che trascorre a dormire ogni notte, il terapeuta può chiedere che il paziente che soffre di insonnia cronica utilizzi un diario.
Assunzione di farmaci e/o integratori
L’assunzione di farmaci per la terapia dell’insonnia cronica deve avvenire sotto il controllo medico. Le benzodiazepine, in particolare, possono esporre il paziente a severi effetti collaterali quali la dipendenza, ossia la difficoltà ad interromperne l’assunzione, e la tollerabilità, ossia la necessità di dosi sempre maggiori per ottenere il medesimo effetto.
– Farmaci per l’insonnia
I principali farmaci sono:
benzodiazepine: sono una classe di farmaci psicoattivi che, in ogni caso, non sono raccomandate per il trattamento dell’insonnia cronica nel lungo periodo per i possibili effetti collaterali gravi;
- antagonisti della melatonina: la ghiandola pineale del cervello genera l’ormone melatonina la sera, quando la luce naturale inizia a diminuire. La melatonina favorisce le sensazioni di rilassamento e sonnolenza. Il Ramelteon, un farmaco che agisce come agonista dei recettori della melatonina, può essere utilizzato per trattare l’insonnia legata all’insorgenza del sonno o all’addormentamento. Il farmaco non deve essere utilizzato dopo un pasto ricco di grassi e, chiaramente, durante il giorno. I comuni effetti collaterali includono sonnolenza, capogiri, stanchezza e diarrea;
- antagonisti dei recettori dell’orexina: la Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera alle compresse di Suvorexant da impiegare in caso di insonnia. Suvorexant agisce come inibitore dei recettori dell’orexina ed è il pioniere tra i medicinali di questa categoria ad essere stato autorizzato. Le orexine sono sostanze chimiche che giocano un ruolo nell’equilibrio del ritmo sonno-veglia e partecipano attivamente nella vigilanza. L’effetto collaterale più comune è la sonnolenza.
– Integratori per l’insonnia
Oltre ai farmaci è possibile assumere degli integratori alimentari che possono favorire il rilassamento e l’addormentamento. Questi si basano su molecole ricavate da prodotti naturali e, solitamente, non presentano effetti collaterali degni di nota. Tra questi:
- CBD: è uno dei principali composti presenti nella pianta di cannabis, ma a differenza del THC, non è psicoattivo e non provoca sensazioni di euforia. Al contrario ha un effetto rilassante sul sistema nervoso e un potenziale per modulare diversi processi nell’organismo, inclusi quelli legati al sonno. Studi preliminari hanno suggerito che il CBD potrebbe influire positivamente sui disturbi del sonno, inclusa l’insonnia cronica. Interagendo con il sistema endocannabinoide dell’organismo, contribuisce a ridurre l’ansia e lo stress, due fattori spesso associati all’insonnia;
- Melatonina: ormone prodotto dalla ghiandola pineale nel cervello che gioca un ruolo chiave nella regolazione del ritmo circadiano, influenzando il ciclo sonno-veglia. Numerose ricerche hanno indicato che la somministrazione di melatonina in dosi adeguate può contribuire a migliorare la qualità del sonno e a ridurre il tempo necessario per addormentarsi, contribuendo a trattare l’insonnia cronica. Occorre ricordare che la sua efficacia può variare in base alla gravità dell’insonnia e ad altri fattori individuali.
Perché è importante trattare l’insonnia cronica?
Numerose ricerche suggeriscono che gli individui affetti da insonnia cronica, rispetto a quelli che non soffrono di insonnia o che soffrono di insonnia acuta, hanno maggiori difficoltà in ambito sociale e professionale.
La causa principale è da imputare alla sonnolenza diurna di cui soffrono i pazienti.
All’insonnia cronica sono poi associati altissimi costi sociali: diretti e indiretti.
Negli Stati Uniti i costi diretti attribuibili all’insonnia cronica, che comprendono visite mediche, prescrizioni e terapie, sono pari a 13 miliardi di dollari all’anno.
Sono però i costi indiretti dell’insonnia cronica a pesare maggiormente, per una cifra compresa tra i 77 e i 92 miliardi di dollari all’anno. Questi sono associati agli incidenti automobilistici e sul posto di lavoro, alla riduzione della produttività e all’assenteismo.
Possibili conseguenze dell’insonnia cronica in un paziente
Le conseguenze dell’insonnia cronica in un paziente possono essere invalidanti. Il mancato trattamento dell’insonnia può portare a:
- alienazione sociale;
- riduzione della capacità cognitiva;
- manie di persecuzione;
- depressione grave;
- pensieri suicidi;
- perdita di produttività;
- gravi incidenti automobilistici;
- gravi incidenti sul posto di lavoro.