Indice degli argomenti trattati
- Cosa sono gli ansiolitici
- Come agiscono gli ansiolitici
- Perché usare gli ansiolitici?
- Ansiolitici: effetti collaterali
- Ansiolitici non benzodiazepinici
- Chiedi al dottore
Cosa sono gli ansiolitici
Gli ansiolitici, o farmaci antiansia, sono una classe di farmaci utilizzati per prevenire e trattare i sintomi dell’ansia. Sono efficaci, perché agiscono piuttosto rapidamente ma hanno anche severi effetti collaterali come tolleranza, assuefazione, crisi d’astinenza o sovradosaggio.
Per questo motivo, in alcuni casi, un medico potrebbe decidere prima di prescrivere degli antidepressivi e, solo se questi non funzionano, passare agli ansiolitici. L’utilizzo di questi, comunque, deve essere a breve termine ed evitato se il paziente ha una storia di dipendenze e abuso di sostanze o farmaci; in questi casi si ricorre agli ansiolitici “senza ricetta”. In questo articolo vedremo cosa sono gli ansiolitici e i loro effetti collaterali.
Come agiscono gli ansiolitici
Il modo in cui gli ansiolitici agiscono dipende dal principio attivo in essi contenuti anche se tutti, in linea generale, agiscono sull’attività dei neurotrasmettitori. Alcuni dei più utilizzati sono le benzodiazepine. Anche se non è del tutto chiaro come agiscano, le benzodiazepine aumentano i livelli di un aminoacido, acido gamma- amminobutirrico (GABA), che inibiscono alcune attività cerebrali, facendo sentire il paziente tranquillo e favorendo il sonno.
Alcuni farmaci benzodiazepinici includono:
- Alprazolam (Xanax)
- Clordiazepossido (Librium)
- Clonazepam (Klonopin)
- Diazepam (Valium)
- Lorazepam (Ativan)
Un altro farmaco ansiolitico è il Buspirone (BuSpar) che agisce calmando l’ansia cronica e gli attacchi di panico. Si considera un farmaco che non crea assuefazione, ma servono alcune settimane prima che agisca efficacemente e i sintomi dell’ansia svaniscano.
I barbiturici sono ansiolitici con effetti collaterali importanti. funzionano come le benzodiazepine, ma sono più forti. Basse dosi possono alleviare l’ansia, rilassare e calmare, tuttavia creano dipendenza e tolleranza. Alcuni farmaci ansiolitici del tipo barbiturici sono:
- Amobarbital;
- Pentobarbital;
- Fenobarbital.
Perché usare gli ansiolitici?
Gli ansiolitici sono usati, prima di tutto, per trattare i sintomi dei disturbi d’ansia, tra cui il disturbo d’ansia generalizzato e la fobia sociale. Il disturbo d’ansia generalizzato si manifesta come uno stato cronico di estrema preoccupazione o paura che dura più di sei mesi e può essere associato ad altri sintomi psicosomatici.
La fobia sociale è la profonda paura delle situazioni sociali, come incontrare nuove persone o parlare ed esibirsi in pubblico. La fobia sociale causa sintomi fisici come sudorazione profusa e nausea ed altri. Nel tempo, questo disturbo può essere paralizzante e portare all’isolamento sociale.
Questi farmaci anti-ansia sono spesso combinati con la psicoterapia o la terapia cognitivo comportamentale. Insieme, questi approcci, possono aiutare a migliorare la qualità della vita delle persone che soffrono di disturbi d’ansia, anche se gli ansiolitici per gli effetti collaterali che hanno, andrebbero limitati il più possibile.
Il livello dell’ansia può essere valutata anche attraverso test specifici.
In alcuni casi, gli ansiolitici vengono usati per sedare il paziente prima dell’anestesia in vista di un’operazione chirurgica.
Ansiolitici: effetti collaterali
Gli ansiolitici hanno effetti collaterali a breve e a lungo termine, ecco perché devono essere assunti come indicato, per breve tempo e seguendo alla lettera le istruzioni del medico. Nel breve termine, i farmaci anti-ansia possono causare:
- bassa frequenza cardiaca;
- bassa pressione sanguigna;
- respirazione irregolare o lenta;
- depressione;
- sonnolenza;
- difficoltà di giudizio;
- nausea;
- incubi;
- sonnolenza;
- confusione mentale;
- debolezza muscolare;
- vertigini;
- problemi di coordinazione;
- problemi di memoria a breve termine;
- visione offuscata;
- difficoltà digestive;
- aumento o diminuzione dell’appetito;
- cambiamenti dell’umore.
A lungo termine gli ansiolitici hanno effetti collaterali come:
- sbalzi d’umore;
- comportamento aggressivo quando cessa l’effetto del farmaco;
- problemi di vista;
- problemi di sonno;
- problemi respiratori;
- problemi al fegato;
- problemi sessuali, calo della libido;
- affaticamento cronico;
- dipendenza psicologica;
- tolleranza;
- sintomi di astinenza;
- problemi di memoria a lungo termine;
- cambiamenti della personalità;
- aumento del rischio di cadute (negli anziani);
- problemi di salute mentale come depressione e pensieri suicidi (in alcune persone)
- problemi di sonno.
Gli ansiolitici hanno tra gli effetti collaterali anche assuefazione, sintomi d’astinenza e overdose.
L’assuefazione è una condizione in cui l’organismo si abitua ad un farmaco e ha bisogno di dosi sempre maggiori per ottenere gli stessi effetti desiderati. Nel caso degli ansiolitici, l’assuefazione può verificarsi quando il paziente li assume per un periodo prolungato e, nel tempo, il suo corpo si abitua alla presenza del farmaco.
Ciò significa che il paziente potrebbe dover aumentare gradualmente la dose dell’ansiolitico per mantenere lo stesso livello di controllo dell’ansia. Inoltre, quando il farmaco viene interrotto bruscamente, potrebbero manifestarsi sintomi di astinenza come ansia, irritabilità, insonnia, mal di testa e tremori.
L’assuefazione può portare anche alla dipendenza da ansiolitici, che è un problema serio. Per questo motivo, gli ansiolitici dovrebbero essere utilizzati solo come ultima risorsa e sotto la supervisione di un medico specialista.
Per quanto riguarda l’astinenza, questa si verifica quando la cura s’interrompe all’improvviso, ecco perché il medico, prima che giunga questo momento, diminuisce gradualmente le dosi. Gli ansiolitici hanno come effetti collaterali d’astinenza convulsioni, confusione, irrequietezza e insonnia.
Infine, l’assunzione di alte dosi di farmaci anti-ansia ha tra gli effetti collaterali l’avvelenamento, ecco perché bisogna sempre rispettare le indicazioni del medico. I sintomi meno gravi da uso eccessivo includono:
- grave sonnolenza;
- bassa concentrazione;
- confusione mentale;
- gravi difficoltà respiratorie o respiro affannoso;
- forti palpitazioni o battito cardiaco irregolare;
- forte vertigine o svenimento;
- problemi di coordinazione o difficoltà a camminare;
- convulsioni o crisi epilettiche;
- cambiamenti della vista, come visione offuscata o doppia;
- allucinazioni o deliri;
- pensieri suicidi o comportamenti autolesionistici;
- reazioni allergiche come rash cutaneo, prurito o gonfiore del viso o della gola.
Il sovradosaggio e i barbiturici possono inoltre provocare perdita di coscienza e, nei casi più gravi, anche coma e morte.
Bisogna anche fare attenzione all’interazione degli ansiolitici con altre sostanze o farmaci in quanto possono impedire a questi ultimi di agire. Gli effetti collaterali possono aumentare se assunti assieme ad alcol o oppiacei.
Per evitare i severi effetti dei farmaci ansiolitici il paziente può assumere dei tranquillanti naturali.
Ansiolitici non benzodiazepinici
Gli ansiolitici non benzodiazepinici sono farmaci solitamente prescritti come trattamento di seconda linea per i disturbi d’ansia. Gli ansiolitici non benzodiazepinici agiscono sul sistema nervoso centrale per indurre una leggera sedazione e alleviare l’ansia.
Gli ansiolitici non benzodiazepinici agiscono bilanciando l’attività dei neurotrasmettitori nel cervello. Gli ansiolitici non benzodiazepinici attivano o bloccano molecole proteiche (recettori) sulle cellule nervose (neuroni) che stimolano un’azione inibitoria o eccitatoria in risposta ai segnali dei neurotrasmettitori.
Si ritiene che non creino dipendenza fisica e che siano a basso rischio di sovradosaggio, sebbene non siano ansiolitici senza effetti collaterali.
Il Buspirone, per esempio, è uno degli ansiolitici non benzodiazepinici che, secondo gli studi effettuati, aumenterebbe i livelli di serotonina nel cervello. Questo farmaco non avrebbe effetti sedativi. Il Meprobamato ha un effetto inibitorio sul sistema limbico del cervello, che regola le risposte emotive e comportamentali. Il modo in cui agisce il meprobamato non è chiaro, ma si ritiene che stimoli i recettori dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA). Il meprobamato ha lievi effetti sedativi, miorilassanti e anticonvulsivanti.
Un terzo tipo di ansiolitici non benzodiazepinici è l’etifoxina, usata in Francia negli anni ’70, che agirebbe in modo simile alle benzodiazepine. Nel loro articolo Anxiolytics targeting GABAA receptors: Insights on etifoxine, pubblicato in The World Journal of Biological Psychiatry (2018, Volume 19) P. Poisbeau, G. Gazzo, L. Calvel, affermano che l’etifoxina “è più efficace del Lorazepam (…) e ha meno effetti collaterali”; ma che tuttavia sarebbe associata a danno epatico acuto; per questo motivo l’Aifa prevede di ritirare il farmaco. Sempre nel suddetto articolo sono citati, come l’alternativa farmacologica più promettente per alleviare le condizioni di ansia, i neurosteroidi, in quanto ansiolitici con effetti collaterali più limitati rispetto ad altri.
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Si ricorda che in nessun caso, visto la natura del servizio, questo può essere inteso come sostitutivo di una visita medica e del parere del proprio curante/specialista. Si ricorda inoltre che in caso di disturbi/malattia/sintomi gravi è necessario ed indispensabile ricorrere all’intervento medico nel più breve tempo possibile utilizzando la numerazione nazionale telefonica di emergenza oppure recandosi direttamente in PS. I tempi di risposta (via email) dipendono dal nr. di domande ricevute.Autore:
Dott.ssa Vittoria Martelli
Laurea in Biotecnologie Mediche