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Dolore al basso ventre e fitte nel sedere: il nesso
Articolo aggiornato il 11/07/2023
Il dolore al basso ventre e all’ano può manifestarsi sia negli uomini che nelle donne di tutte le età. Il dolore diventa cronico quando dura da più di 6 mesi. In questa condizione è più difficile da trattare.
Poiché il dolore questo tipo di dolore può avere diverse cause, spesso trascorrono diversi mesi prima che il paziente identifichi la reale causa che scatena il dolore. Questi mesi passati alla ricerca dell’origine del dolore possono portare alla sua cronicizzazione e rendere più lungo il percorso di guarigione.
Inoltre, molti medici riconducono quasi sempre la causa del dolore al basso ventre e all’ano ad una situazione di stress e ansia che comporterebbe una costante tensione muscolo tendinea del pavimento pelvico causando appunto questo tipo di dolore.
Le cause del dolore al basso ventre e all’ano possono essere molteplici. Le cause possono essere legate a strutture locali del gluteo, oppure possono provenire da altre aree del corpo, come la parte bassa della schiena e del pavimento pelvico. Inoltre può influire in modo significativo sulla qualità della vita e sulla capacità di svolgere le attività quotidiane.
Le principali cause del dolore al basso ventre e delle fitte al sedere
Sciatica:
è l’infiammazione del nervo sciatico, il più lungo del corpo che parte dalla bassa schiena, attraversa fianchi e glutei per scendere lungo ogni gamba. L’infiammazione è dovuta principalmente ad un’ernia del disco o ad una crescita eccessiva di parti di ossa che esercitano una pressione sul nervo.
Il dolore si manifesta al basso ventre con delle fitte al sedere per estendersi alla gamba determinando l’intorpidimento della stessa.
Quando la sciatica è grave può portare ad alterazioni delle funzioni intestinali e della vescica richiedendo l’intervento chirurgico. Tuttavia nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente.
Una prima diagnosi può essere eseguita dal medico curante che chiede al paziente di camminare sulle punte dei piedi o sui talloni, di alzarsi da una posizione accovacciata e di sollevare le gambe una alla volta mentre si è sdraiati sulla schiena. Il dolore della sciatica di solito peggiora durante l’esecuzione di questi movimenti.
Gli esami clinici sono:
- radiografia,
- risonanza magnetica,
- TAC
- elettromiografia.
Il trattamento prevede l’utilizzo di:
- farmaci antinfiammatori,
- corticosteroidi,
- antidepressivi
- farmaci antiepilettici
- oppioidi.
Articolazione sacroiliaca
Si tratta dell’articolazione tra l’osso sacrale triangolare alla base della colonna vertebrale e l’osso iliaco o pelvico. Il dolore in questo punto può essere causato da un movimento eccessivo o insufficiente. Alcuni definiscono questi disturbi come disfunzioni dell’articolazione sacroiliaca. Anche alcuni tipi di artrite possono causare infiammazione e dolore a questa articolazione. Anche le variazioni di peso e la lassità legamentosa durante la gravidanza possono provocare dolore a questa articolazione.
L’infiammazione di questa articolazione causa dolore al basso ventre e fitte al sedere.
Le cause: generalmente sono riconducibili a lesioni traumatiche (ad esempio una cauta), artrite, gravidanza (che comporta un aumento del peso e un sovraccarico delle articolazioni) e in rari casi a delle infezioni.
Diagnosi: l’esame fisico comporta la pressione di alcuni punti delle anche de dei glutei. Gli esami diagnostici comprendono radiografia del bacino e risonanza magnetica.
Trattamento: le linee guida sono:
- iniezioni di anestetico locali e farmaci antidolorifici,
- rilassanti muscolari,
- inibitori del TNF (gli inibitori del fattore di necrosi tumorale spesso aiutano ad alleviare la sacroileite associata alla spondilite anchilosante).
Quando questi trattamenti non hanno successo si procede con:
- denervazione con radiofrequenza. L’energia della radiofrequenza può danneggiare o distruggere il tessuto nervoso che causa il dolore.
- Stimolazione elettrica. L’impianto di uno stimolatore elettrico nell’osso sacro può contribuire a ridurre il dolore causato dalla sacroileite.
Proctite
è un’infiammazione del rivestimento del retto. Il retto è un tubo muscolare collegato alla fine del colon. Le feci passano attraverso il retto per uscire dal corpo.
La proctite è una delle più comuni patologie che provoca dolore al basso ventre e fitte al sedere, inoltre può causare dolore rettale, diarrea, sanguinamento e perdite, passaggio di muco attraverso il retto oltre alla sensazione continua di dover andare di corpo. I sintomi della proctite possono essere di breve durata o diventare cronici.
Le cause:
- malattia infiammatoria intestinale. Circa il 30% delle persone affette da malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn o colite ulcerosa) presenta un’infiammazione del retto.
- Infezioni e le infezioni a trasmissione sessuale.
- Radioterapia per il tumore. La radioterapia diretta al retto o a zone vicine, come la prostata, può causare un’infiammazione rettale. La proctite da radiazioni può iniziare durante la radioterapia e durare per alcuni mesi dopo il trattamento. Oppure può manifestarsi anni dopo il trattamento.
- A volte gli antibiotici usati per trattare un’infezione possono uccidere i batteri utili dell’intestino.
- Proctite da deviazione. La proctite può verificarsi nelle persone che hanno subito alcuni tipi di interventi chirurgici al colon in cui il passaggio delle feci viene deviato dal retto a un’apertura creata chirurgicamente (stoma).
- Proctite indotta da proteine alimentari. Può verificarsi nei neonati che bevono latte artificiale a base di latte vaccino o di soia. Anche i bambini allattati al seno da madri che consumano prodotti caseari possono sviluppare una proctite.
- Proctite eosinofila. Questa condizione si verifica quando un tipo di globuli bianchi (eosinofili) si accumula nel rivestimento del retto. La proctite eosinofila colpisce solo i bambini di età inferiore ai 2 anni.
Diagnosi: i test e le procedure utilizzati per diagnosticare la proctite comprendono:
- Esami del sangue. Possono rilevare perdite di sangue o infezioni.
- Esame delle feci. Potrebbe essere richiesto di raccogliere un campione di feci da analizzare. L’esame delle feci può aiutare a determinare se la proctite è causata da un’infezione batterica.
- Esame del colon. Durante questo esame (sigmoidoscopia flessibile), il medico utilizza un tubo sottile, flessibile e illuminato per esaminare l’ultima parte del colon e il retto. Durante la procedura, il medico può anche prelevare piccoli campioni di tessuto (biopsia) da analizzare in laboratorio.
- Esame del colon nella sua interezza. Questo esame (colonscopia) consente al medico di visualizzare l’intero colon utilizzando un tubo sottile, flessibile e illuminato con una telecamera collegata. Il medico può anche effettuare una biopsia durante questo esame.
- Test per le infezioni sessualmente trasmissibili. Questi test prevedono il prelievo di un campione di liquido dal retto o dal tubo che drena l’urina dalla vescica (uretra).
Trattamento
Il trattamento della proctite dipende dalla causa sottostante l’infiammazione.
Nel trattamento della proctite causata da un’infezione il medico può consigliare dei farmaci per trattare l’infezione. Le opzioni possono includere: antibiotici e antivirali.
Trattamento della proctite causata dalla radioterapia. Normalmente si risolve cessata la radioterapia, in caso negativo il medico specialista può prescrivere
I casi lievi di proctite da radiazioni possono non richiedere un trattamento. In altri casi, la proctite da radiazioni può causare dolore e sanguinamento gravi che richiedono un trattamento. Il medico può consigliare trattamenti quali:
Farmaci. I farmaci vengono somministrati sotto forma di pillole, supposte o clisteri. Tra questi vi sono il sucralfato, la mesalazina e il metronidazolo. Questi farmaci possono aiutare a controllare l’infiammazione e a ridurre il sanguinamento.
Ammorbidenti e dilatatori delle feci. Possono aiutare ad aprire le ostruzioni intestinali.
Il trattamento della proctite legata al morbo di Crohn o alla colite ulcerosa mira a ridurre l’infiammazione del retto. Il trattamento può comprendere:
- Farmaci per controllare l’infiammazione rettale.
- Intervento chirurgico. Se la terapia farmacologica non allevia i segni e i sintomi, il medico può consigliare un intervento chirurgico per rimuovere una parte danneggiata del tratto digestivo.
Borsite dell’anca
La borsite è una condizione dolorosa che colpisce le piccole sacche piene di liquido – chiamate borse – che proteggono le ossa, i tendini e i muscoli vicino alle articolazioni. La borsite si verifica quando le borse si infiammano. Quando la borsite all’anca è estesa e severa il suo dolore si irradia al basso ventre e all’ano.
Il trattamento consiste tipicamente nel far riposare l’articolazione colpita e nel proteggerla da ulteriori traumi. Nella maggior parte dei casi, il dolore della borsite scompare nel giro di poche settimane con un trattamento adeguato, ma sono frequenti le riacutizzazioni della borsite.
Legamento ileo lombare o sindrome ileo lombare
il dolore risulta acuto e si irradia dal centro della schiena bassa, dal sedere al basso ventre (soprattutto nella regione inguinale). Spesso la causa di questa infiammazione legamentosa è dovuta al lavoro che si svolge o ad un’attività che si è svolta e che abbia richiesto di spostare o sollevare carichi pesanti ruotando il busto (come ad esempio lo scarico di un camion). Gli sport che possono provocare questa infiammazione legamentosa sono soprattutto il tennis e il golf.
Il dolore nell’area dei legamenti ileo lombari può non essere una lesione isolata, ma solo una componente che contribuisce all’instabilità spinale, all’instabilità dell’anca e all’instabilità pelvica.
Un segno rivelatore del fatto che i legamenti sono danneggiati “al centro” può essere rappresentato da spasmi muscolari frequenti o dolorosi nella zona.
Trattamento: iniezioni di cortisone, iniezioni di plasma ricco di piastrine, riposo, ghiaccio, antidolorifici, Fans e antinfiammatori non steroidei.
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Si ricorda che in nessun caso, visto la natura del servizio, questo può essere inteso come sostitutivo di una visita medica e del parere del proprio curante/specialista. Si ricorda che in caso di disturbi/malattia/sintomi gravi è necessario ed indispensabile ricorrere all’intervento medico nel più breve tempo possibile utilizzando la numerazione nazionale telefonica di emergenza oppure recandosi direttamente in PS. I tempi di risposta (via email) dipendono dal nr. di domande ricevute.