Indice degli argomenti trattati
Argomenti trattati:
- Cos’è la ginofobia?
- Quali sono i sintomi della ginofobia?
- Quali sono le cause che portano una persona a sviluppare la ginofobia?
- Quando rivolgersi al medico
- Il trattamento
- Qual è l’impatto della ginofobia
- Soffri di ansia o di un altro disturbo? Chiedi al Dottore
Che cos’è la ginofobia?
Con questo termine si identifica la paura delle donne. Gli storici fanno risalire l’origine di questa fobia nel medioevo ed identificava la paura degli uomini di essere evirati e umiliati dalle donne. L’evirazione ha il significato simbolico di far perdere all’uomo la sua mascolinità o identità maschile. Oggi la fobia è legata non più all’evirazione ma alla paura dell’uomo di essere debole o non abbastanza virile. E’ classificata come un tipo di disordine mentale.
La misoginia identifica l’odio e la repulsione, anche sessuale, di un soggetto maschile verso le donne ed è un’altra espressione che nasce dalla paura maschile di essere umiliati dalla donna. La misandria identifica invece l’avversione verso gli uomini.
La ginofobia non è caratteristica peculiare solo degli uomini ma comprendere anche le donne.
Quali sono i sintomi della ginofobia?
I sintomi tipici della ginofobia variano di intensità, nei casi lievi:
- la paura si manifesta quando l’uomo o la donna pensa ad una relazione intima con una donna o è in procinto di iniziare un rapporto sessuale. Questa paura può impedire di consumare il rapporto sessuale.
Nei casi più severi:
- la paura, la preoccupazione e il panico si manifestano quando il paziente pensa alle donne; questi sentimenti impediscono ai pazienti di sostenere anche una semplice conversazione.
- Il paziente è consapevole che questa paura è ingiustificata ed esagerata, tuttavia paura non è controllabile.
- L’ansia e il panico tendono ad aumentare quando la donna si avvicina fisicamente al paziente.
- Il paziente cerca di allontanarsi volontariamente dalle donne o dalle situazioni in cui potrebbe venire a contatto con queste.
- Il paziente ha difficoltà a svolgere le proprie attività quotidiane e soprattutto lavorative.
I sintomi fisici sono:
- oppressione al petto;
- battito cardiaco accelerato;
- sudorazione eccessiva;
- difficoltà respiratorie;
- dolori di stomaco;
- debolezza delle gambe;
- vertigini;
- attacchi di panico.
Nei bambini e nei casi di abuso la ginofobia può manifestarsi con capricci, pianti intensi. I bambini tendono ad aggrappandosi al padre, rifiutandosi di allontanarsi o di avvicinarsi ad una donna.
Quali sono le cause che portano una persona a sviluppare la ginofobia?
La ginofobia è classificata come fobia specifica in quanto si manifesta con una paura estrema e irrazionale per qualcosa di ben definito, in questo caso le donne. E’ una fobia relativamente rara, non è pericolosa, la reazione principale di chi soffre di ginofobia è l’evitamento.
Quando la ginofobia è severa e cronica compromette significativamente la qualità della vita sociale, la capacità di mantenere il lavoro e continuare l’istruzione se si manifesta da giovani.
La ginofobia è una fobia specifica perché comporta una paura estrema e irrazionale di qualcosa – in questo caso le donne – che nella maggior parte dei casi non è pericolosa, ma che riesce comunque a scatenare preoccupazione e comportamenti di evitamento. Come per altre fobie specifiche, la ginofobia è cronica e può compromettere in modo significativo la capacità di mantenere il lavoro, l’istruzione, le attività quotidiane e la vita sociale.
Le cause della ginofobia identificate dagli studi clinici sono riconducibili a:
- precedenti esperienze negative con le donne,
- molestie sessuali,
- abusi mentali – psicologici,
- aggressioni fisiche o stupri.
Inoltre i fattori genetici, l’educazione appresa dai genitori, l’ambiente sociale condizionano l’individuo e possono portare allo sviluppo della ginofobia.
La propensione a sviluppare questa fobia non è uguale per tutti; gli individui che hanno una maggiore predisposizione a sviluppare la ginofobia sono:
- i ragazzi di età inferiore ai 10 anni; la casistica ci dice che la maggior parte delle fobie si sviluppa in questa fascia d’età, nell’infanzia.
- I famigliari di persone che soffrono di fobie o di disturbi d’ansia. Queste patologie possono essere apprese o ereditate.
- Le persone che hanno una particolare sensibilità, inibite verso le donne, eccessivamente timide.
- Chi ha avuto una prima esperienza sessuale negativa con una donna. Oppure chi non ha avuto rapporti sessuali e ha letto o sentito, da un amico o da un familiare di un’esperienza negativa con le donne.
Quando rivolgersi al medico?
La ginofobia può apparire come una peculiare disfunzione della personalità ed una fobia estremamente rara. Tuttavia i dati, dimostrano che è in aumento; questo incremento è stato causato dall’isolamento dovuto al Covid 19 e prima ancora dall’enorme diffusione dei social network che hanno avuto un impatto importante nel minare la sicurezza dei giovani esponendoli sempre di più ai modelli perfetti proposti in rete.
È quindi importante non sottovalutare i primi sintomi della fobia per le donne in quanto può potenzialmente trasformarsi in un ostacolo importante per la vostra vita.
È consigliabile contattare un medico specialista quando la ginofobia provoca ansia ed influisce negativamente sul rendimento scolastico, lavorativo o impedisce una normale vita sociale e la capacità di relazionarsi.
I casi sospetti di ginofobia devono essere affrontati con particolare tempestività nei bambini. A volte i bambini superano le loro paure. Tuttavia, poiché la ginofobia può compromettere in modo significativo sviluppo cognitivo del bambino e la possibilità di inserirsi nella società, questa paura deve essere trattata il prima possibile da un medico specialista.
Trattamento
Le linee guida per il trattamento della ginofobia prevedono una serie di incontri psicoterapici con l’ausilio della Talk Therapy. Il paziente attraverso la terapia cognitivo comportamentale e dell’esposizione viene aiutato a superare le proprie paure.
Soprattutto all’inizio delle sedute l’utilizzo dei farmaci è consigliato per stabilizzare i sintomi ansiosi e poter rendere più efficace le terapie adottate dal medico specialista.
Terapia di esposizione
La terapia dell’esposizione permette affrontare l’evitamento. L’evitamento è quel comportamento di difesa che è adottato dalle persone affette da fobie o ansia severa e che comporta il progressivo isolamento perché considerata l’unica situazione sicura.
La terapia dell’esposizione nella ginofobia prevede che il terapeuta esponga gradualmente e ripetutamente il paziente ad oggetti e situazioni legate alle donne. Questa esposizione deve essere naturale permettendo al paziente di non sentirsi a disagio o provare ansia.
Verso la fine del trattamento è prevista l’esposizione del paziente a una o più donne reali con interazione.
Le esposizioni graduali aiutano ad affrontare i pensieri, i sentimenti e le sensazioni associate alla paura delle donne. Un esempio di piano di trattamento espositivo dei casi più severi è questo:
- primo step: visione di foto di donne;
- secondo step: ascolto di registrazioni vocali di donne;
- terzo step: visione di filmati;
- quarto step: incontro di una donna reale in uno spazio neutro;
- quinto step: colloquio con una donna in uno spazio neutro, ad esempio all’aperto.
Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
La terapia cognitivo comportamentale è il trattamento principale per trattare quasi tutte le sindromi ansiose e le fobie. Prevede che il paziente impari a distinguere i propri pensieri in due categorie. I pensieri disfunzionali, non ancorati alla realtà, illogici, privi di fondamento, generatori di ansia e che il paziente segue normalmente dai pensieri funzionali. I pensieri funzionali sono oggettivi, legati alla realtà ma che il paziente sono segue.
Una volta capita la distinzione, al paziente risulta più facile adottare il pensiero funzionale quando si trova di fronte ad una situazione che scatena la fobia o l’ansia e gestire meglio i propri sentimenti.
La ricerca ha dimostrato che la terapia cognitivo comportamentale ha un alto tasso di successo.
Farmaci
Generalmente la psicoterapia è il trattamento preferenziale. Tuttavia, a volte può essere utile ricorrere a farmaci studiati per diminuire i sintomi ansiosi o gli attacchi di panico associati alla ginofobia. Tali farmaci dovrebbero essere utilizzati solo all’inizio del trattamento per accelerare la guarigione.
Per questa particolare fobia è prevista l’assunzione occasionale di farmaci specifici quando la ginofobia impedisce di compiere azioni importanti; si pensi ad esempio la necessità di farsi curare in un pronto soccorso.
I farmaci utilizzati per il trattamento sono:
- Beta-bloccanti: i betabloccanti controllano gli effetti dell’adrenalina sul corpo. L’adrenalina aumenta normalmente quando l’organismo è in preda all’ansia e può provocare problemi fisici spiacevoli e talvolta dannosi, tra cui un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, palpitazioni, vertigini e giramenti di testa con perdita di equilibrio.
- Sedativi: le benzodiazepine aiutano a calmare il corpo diminuendo l’ansia. Questi farmaci creano una forte dipendenza e devono essere usati con cautela. Le benzodiazepine hanno severi effetti collaterali e non devono essere assolutamente assunte assieme ad alcol o droghe.
Qual è l’impatto della ginofobia?
Questa fobia può avere un enorme impatto negativo sulla qualità della vita. Le possibili complicazioni includono isolamento sociale, disturbi dell’umore, abuso di sostanze e pensieri o tentativi di suicidio.
È fondamentale chiedere aiuto il prima possibile. È ancora più importante contattare un medico specialista se si riscontrano questi sintomi nei propri figli Un trattamento adeguato e tempestivo può ridurre sensibilmente l’ansia e anticipare il processo di guarigione.
Chiedi al dottore
Si ricorda che in nessun caso, visto la natura del servizio, questo può essere inteso come sostitutivo di una visita medica e del parere del proprio curante/specialista. Si ricorda inoltre che in caso di disturbi/malattia/sintomi gravi è necessario ed indispensabile ricorrere all’intervento medico nel più breve tempo possibile utilizzando la numerazione nazionale telefonica di emergenza oppure recandosi direttamente in PS. I tempi di risposta (via email) dipendono dal nr. di domande ricevute.Articoli correlati
Combattere l’ansia: le regole secondo la ricerca medica