Non è sempre facile saper distinguere tra un attacco di panico e uno di cuore
Come distinguere l’ansia da problemi cardiaci? Non è sempre semplice distinguere un attacco di panico da un problema cardiaco: dolori al petto, fatica a respirare, nausea, stordimento e visione offuscata sono alcuni dei sintomi sovrapponibili pur trattandosi di condizioni molto diverse.
L’ansia è la risposta involontaria dell’organismo ad una o più paure e, di solito, non è pericolosa pur potendo fortemente condizionare il vivere quotidiano. Un infarto è una condizione potenzialmente mortale in cui l’afflusso di sangue al cuore è impedito per una causa ostruttiva.
È condiviso, nella comunità medica, il principio che in caso di difficoltà a distinguere l’ansia da problemi cardiaci, non si debba correre il rischio e si contatti il medico o ci si rechi in Pronto Soccorso.
Gli argomenti trattati in questo articolo sono:
- Soffri di ansia? Chiedi un consulto gratuito online!
- Ansia o problemi cardiaci?
- Alterazioni del battito: come distinguere l’ansia da problemi cardiaci
- Sindrome gastro cardiaca
- Il dolore come mezzo per distinguere l’ansia da problemi cardiaci
- Nausea e vomito
- Come distinguere l’ansia da problemi cardiaci: il formicolio alle mani
- Sudorazione e fiato corto
- Come distinguere l’ansia da problemi cardiaci? Con colpo d’occhio
- Come ridurre i sintomi dell’ansia
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Si ricorda che in nessun caso, visto la natura del servizio, questo può essere inteso come sostitutivo di una visita medica e del parere del proprio curante/specialista. Si ricorda inoltre che in caso di disturbi/malattia/sintomi gravi è necessario ed indispensabile ricorrere all’intervento medico nel più breve tempo possibile utilizzando la numerazione nazionale telefonica di emergenza oppure recandosi direttamente in PS. I tempi di risposta (via email) dipendono dal nr. di domande ricevute.Ansia o problemi cardiaci?
L’ordine in cui si presentano i sintomi può aiutare a distinguere l’ansia da problemi cardiaci.
Ad esempio, la maggior parte delle persone infatti è in grado di riconoscere lo “schema” con cui batte il proprio cuore e quindi distinguere se questo abbia iniziato a battere velocemente e abbia avuto palpitazioni all’improvviso o in seguito a stress o ansia.
L’ansia che segue la presenza di palpitazioni è spesso una chiara indicazione che il problema principale è il cuore.
Un problema cardiaco si manifesta con sintomi importanti che, conoscendoli, rendono immediatamente certi dell’origine del problema.
Alterazioni del battito: come distinguere l’ansia da problemi cardiaci
Sia l’ansia che un problema al cuore possono causare un’accelerazione del battito del cuore. Per distinguere l’ansia da problemi cardiaci bisogna tenere presente che le anomalie nel battito imputabili a cardiopatie, solitamente, si manifestano con grave irregolarità della regolarità del battito e/o forte tachicardia (battito accelerato). In alcuni casi, durante un infarto, il battito invece rallenta gravemente.
Se la causa è imputabile ad ansia o ad un attacco di panico non si ha alterazione della regolarità del battito (battiti extra o salti del battito, extrasistole), né tachicardia a rapido esordio. L’aumento nella frequenza cardiaca è invece graduale e privo di alterazioni del ritmo.
Sindrome gastro cardiaca
Diversi studi scientifici
hanno dimostrato come la malattia da reflusso possa causare alterazioni del
battito e senso di oppressione toracico. La malattia da reflusso esofageo può
quindi aiutare a distinguere l’ansia da problemi cardiaci.
Una extrasistolia che si presenta successivamente a pasti
abbondanti e a gonfiore addominale è più facilmente spia di un problema
gastrico che induce una sintomatologia cardiaca che di ansia e, come tale, una
terapia indirizzata a risolverlo comporta la sparizione dei sintomi cardiaci.
La presenza di aria nello stomaco può influenzare il
regolare battito del cuore e innestare attacchi di ansia o di panico in quei
soggetti che, invece, temono di avere un infarto in corso.
Inoltre, da sdraiati, questi soggetti possono avere
difficoltà a respirare; il che crea un circolo negativo per lo stato ansioso.
Un attacco d’ansia o un attacco di panico non causa gonfiore
addominale.
Il dolore come mezzo per distinguere l’ansia da problemi cardiaci
Può essere difficile distinguere l’ansia da problemi cardiaci, soprattutto se non si sono mai avvertiti i sintomi di una delle due condizioni.
Il dolore al petto è un sintomo tipico sia degli attacchi di panico che degli attacchi di cuore sebbene le caratteristiche del dolore siano assolutamente differenti.
Una persona può distinguere tra le due circostanze in base alla:
- È possibile distinguere l’ansia da problemi cardiaci in base alla durata del dolore: in caso di attacco di panico questo dura tra i 20 e i 30 minuti; in caso di infarto miocardico il dolore dura mediamente 40 minuti e non è allievato dal riposo;
- progressività. Il dolore di un attacco cardiaco peggiora con il passare del tempo: può essere inizialmente moderato e quindi aumentare di intensità;
- Il dolore al petto da attacco cardiaco è percepito come una sorta di pressione che può iniziare al centro del petto e quindi irradiarsi al braccio, alla mascella, al collo o alla schiena. Talvolta invece ha origine direttamente tra le scapole per poi irradiarsi nei punti descritti. Negli attacchi d’ansia, il centro del torace è tipicamente interessato da dolore grave e lancinante ma senza propagazione in altri punti.
Nausea e vomito
L’eventuale presenza di nausea e/o vomito consente di distinguere l’ansia da problemi cardiaci.
Il vomito associato all’infarto è stato storicamente spiegato da una serie di processi fisiologici. Innanzitutto, l’acido lattico, l’acido piruvico e altri metaboliti vengono rilasciati dai cardiomiociti delle regioni infartuate. I cardiomiociti sono le cellule del cuore che, a seguito di infarto si danneggiano e diventano necrotiche e ischemiche.
Questi metaboliti attivano i recettori nervosi autonomi periferici delle regioni infartuate. Nausea e vomito cardiogeni seguono questa stimolazione.
In secondo luogo, come confermato dalla ricerca scientifica, la diminuzione della funzione cardiaca e la dilatazione ventricolare causate dall’ostruzione coronarica totale e subtotale e dalla necrosi miocardica, scatenano la risposta di Bezold-Jarisch e causano nausea e vomito.
Infine le fibre C, fibre amieliniche coinvolte nella trasmissione degli stimoli dolorosi, hanno tipicamente impulsi irregolari e poco frequenti. Quando si verifica l’infarto, gli impulsi invece diventano regolari e potenti. L’impulso intenso fa vomitare.
Un attacco di ansia o un attacco di panico non causa né nausea né vomito.
Come distinguere l’ansia da problemi cardiaci: il formicolio
Gli attacchi di cuore si presentano in genere con un improvviso intorpidimento e formicolio al braccio sinistro e al lato del torace, seguiti da un forte dolore alla mascella e alla spalla sinistra che fa sentire il paziente debole.
Il formicolio può anche essere causato dall’ansia, in diversi modi.
L’ansia è una delle risposte dell’organismo ad una paura più o meno inconscia che può concretizzarsi in vasocostrizione e aumento della frequenza cardiaca. Questo processo riduce l’afflusso di sangue a diverse aree del corpo e in particolare alle mani e ai piedi, con conseguente formicolio, intorpidimento o sensazione di freddo.
L’ansia altera il comportamento e spesso il soggetto ansioso è un soggetto con tensione muscolare involontaria: la tensione muscolare protratta nel tempo può causare formicolio.
Infine, l’intensa paura provocata dall’ansia può causare il “congelamento” o il “blocco” fisico in alcune persone, che possono essere costrette a mantenere il corpo in posizioni scomode e quindi provare formicolio.
Secondo alcuni dati, i farmaci ansiolitici possono causare intorpidimento e formicolio. In uno studio viene descritta una persona che faceva uso di un antidepressivo inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, usato per trattare l’ansia, che provava formicolio.
In sintesi: il formicolio non associato ad altri sintomi importanti come dolore al braccio o al collo, senso di oppressione al torace che peggiora nel tempo, difficilmente è indicativo di infarto miocardico e pertanto consente di distinguere tra l’ansia e problemi cardiaci.
Sudorazione e fiato corto
La sudorazione fredda è dovuta al rilascio degli ormoni adrenalina e cortisolo a seguito di uno stress importante per l’organismo. In caso di infarto il surrene secerne adrenalina con l’obiettivo di aumentare il battito cardiaco e ripristinare l’afflusso di sangue al muscolo cardiaco.
Un’improvvisa sudorazione “fredda” accompagnata da fiato corto in assenza di uno sforzo fisico e da dolore può essere, quindi, spia di un problema cardiaco importante.
Sebbene anche una crisi d’ansia possa causare sintomi simili, la discriminante che permette di distinguere l’ansia da problemi cardiaci è la caratteristica del dolore che può accompagnare la sudorazione fredda e il fiato corto:
- dolore irradiato alla spalla, al braccio, alla schiena o al collo devono fare pensare ad un problema cardiaco;
- dolore non irradiato, di intensità costante nel tempo e di breve durata – solitamente non superiore ai 30 minuti – devono far pensare ad un attacco di ansia.
Al contrario, in assenza di dolore, sudorazione fredda e fiato corto dipendono da:
- attacco d’ansia, in caso concomitante presenza di tremori;
- gastroenteriti virali, in caso di concomitante presenza di diarrea;
- stress emotivo o ansia, in caso di capogiri e sensazione di cedimento delle gambe.
Come distinguere l’ansia dai problemi cardiaci? Con un colpo d’occhio
Nell’infografica sotto sono rappresentati i sintomi comuni di un attacco di panico e quelli di un ben più grave attacco di cuore.
Come ridurre i sintomi dell’ansia
Definito come distinguere l’ansia da problemi cardiaci, di seguito vengono indicati dei metodi naturali per curare l’ansia e controllare la frequenza degli attacchi di panico.
I metodi più semplici e naturali sono:
- utilizzare un ansiolitico naturale: a differenza dei farmaci gli ansiolitici naturali non creano dipendenza e non sviluppano tolleranza;
- limitare il consumo di alcol e caffè;
- dormire per almeno 7-8 ore a notte: diversi studi scientifici legano stress e ansia ai disturbi del sonno. È possibile ridurre il tempo di latenza del sonno (tempo necessario ad addormentarsi) e migliorare la qualità complessiva dello stesso con dei sonniferi naturali;
- rimanere attivi: l’attività fisica moderata per almeno 20 minuti/3 volte alla settimana è un potente ansiolitico. È preferibile svolgere sessioni brevi ma ad intensità moderata o alta, piuttosto che sessioni più lunghe a bassa intensità;
- fare meditazione e yoga.
Autore:
Dott.ssa Vittoria Martelli
Laurea in Biotecnologie Mediche
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