Quali sono i sintomi del tumore alla vescica
Il papilloma vescicale è un tipo di tumore uroteliale che ha origine dallo strato superficiale, la mucosa, della vescica. La prognosi e la progressione della malattia dipendono direttamente dalla rapidità della diagnosi e del trattamento: anche se benigno è spesso opportuna la rimozione.
Possono essere benigni (o meglio a malignità attenuata) o maligni. I primi detti anche superficiali (o scarsamente infiltranti), i secondi infiltranti.
Gli argomenti trattati in questo articolo sono:
- Dove ha origine il papilloma vescicale
- Cos’è il papilloma vescicale
- Sintomi
- Papilloma vescicale: cause e fattori di rischio
- Diagnosi di polipi vescicali
- Terapia del papilloma vescicale
- Chiedi all’urologo
Dove ha origine il papilloma vescicale
Il tessuto che forma la vescica è composto da diversi strati. L’urotelio è un particolare tipo di tessuto che forma lo strato più superficiale della cavità vescicale, dove si raccoglie l’urina. Intorno alla vescica trovano invece posto i muscoli che controllano la minzione.
Il papilloma vescicale tipicamente ha origine nell’urotelio e, nel tempo, può progredire sia all’interno della vescica sia verso gli strati più profondi della stessa: è tanto più grave quanto più si è infiltrato verso lo strato muscolare.
Si può dire che appartiene ai tumori vescicali, fra i quali si distinguono quelli non (o scarsamente) infiltranti (il papilloma appunto) e quelli infiltranti (cancro della vescica).
Cos’è il papilloma vescicale
Il papilloma vescicale è una piccola escrescenza, di forma che ricorda quella di un cavolfiore, che emerge dal tessuto superficiale, l’urotelio, della vescica. Il papilloma vescicale è anche chiamato polipo vescicale.
I polipi sono quindi gruppi di cellule a crescita incontrollata che, sebbene possano crescere praticamente ovunque, tendono a svilupparsi lungo le membrane mucose del corpo.
I polipi vescicali possono avere natura benigna o maligna.
Una persona può adottare determinati comportamenti, per esempio non fumare, per ridurre al minimo i fattori di rischio che possono favorire la formazione di un papilloma vescicale.
Il papilloma vescicale può essere asintomatico ed essere scoperto a seguito di indagini diagnostiche indirizzate ad altro: è comunque necessaria una diagnosi dettagliata e, se del caso, la rimozione per prevenire complicazioni potenzialmente molto gravi.
Per questo motivo, anche in presenza di un papilloma vescicale presumibilmente benigno, è consigliabile toglierlo e farlo analizzare (anche per confermare la sua benignità o scarsa malignità)
Un papilloma vescicale benigno è quello in cui le cellule a crescita incontrollata non infiltrano la parete vescicale e non metastatizzano, ossia non si estendono ad altri organi o tessuti del corpo. Nella maggior parte dei casi, i polipi della vescica (papillomi) quando sono benigni non rappresentano una minaccia alla vita.
Tuttavia, sono possibili anche polipi vescicali di natura maligna (cancro vescicale). In questo caso le cellule del papilloma vescicale possono diffondersi ai tessuti adiacenti o ad altre regioni o organi del sistema urinario e non.
Il tumore alla vescica è, tra gli uomini, il tumore urologico più diagnosticato dopo quello della prostata; colpisce indifferentemente uomini e donne, con un picco d’incidenza tra i 60 e i 70 anni.
Sintomi
Nelle fasi iniziali il papilloma vescicale è solitamente asintomatico. Con il passare del tempo e la crescita del polipo vescicale è possibile avvertire una sintomatologia specifica. Questa può includere:
- aumento della frequenza minzionale (pollachiuria);
- bisogno urgente di urinare;
- dolore durante la minzione;
- dolore nel basso ventre, solitamente sotto la linea ombelicale;
- macroematuria;
- microematuria;
Alcuni di questi, come la micro-ematuria, anche se unico sintomo, richiedono un approfondimento diagnostico perché, se pur raramente, possono essere il segnale di un tumore alla vescica.
Nella maggioranza dei casi la sintomatologia descritta è riferibile a patologie meno gravi quali l’ipertrofia prostatica benigna (negli uomini), prostatite (negli uomini), infezioni del tratto urinario come la cistite o infiammazioni della vescica, calcolosi.
Papilloma vescicale: cause e fattori di rischio
Smettere di fumare può ridurre il rischio di sviluppare un papilloma vescicale di natura maligna.
Il papilloma vescicale è formato da gruppi di cellule anomale che si moltiplicano in modo incontrollato, mutano e si aggregano.
Di solito, i polipi di natura maligna sono quelli che crescono improvvisamente nella vescica e iniziano a diffondersi ad altri organi. Sono diverse le cause che possono portare ad un aumento del rischio di sviluppare un tumore alla vescica. Tra queste abbiamo:
- infiammazione: un’infiammazione cronica della vescica dovuta a infezioni ricorrenti, ad esempio cistite, o all’uso di cateteri può, nel tempo, portare a sviluppare un papilloma vescicale;
- fumo: l’uso di tabacco è associato a diversi tipi di tumori. Dopo essere responsabile di oltre il 90% dei casi di tumore ai polmoni, il fumo fa aumentare di 5 volte il rischio di sviluppare un cancro alla vescica. Le sostanze cancerogene vengono assorbite dal sangue, filtrate dai reni e depositate con l’urina nella vescica. Qui possono contribuire allo sviluppo di un papilloma vescicale;
- sesso: gli uomini hanno più probabilità di sviluppare la malattia rispetto alle donne;
- fattori ambientali: l’esposizione a radiazioni e a sostanze chimiche come certi solventi presenti nell’ambiente lavorativo può contribuire ad aumentare il rischio di polipo vescicale;
- età: come risulta dalla ricerca scientifica, gli uomini di età superiore ai 55 anni hanno più probabilità di sviluppare un papilloma vescicale;
- terapia con pioglitazone: farmaco indicato per il trattamento del diabete di tipo 2. Sebbene la comunità scientifica stia cercando di capire il nesso tra l’uso del farmaco e lo sviluppo di un tumore alla vescica, tra gli effetti indesiderati non comuni c’è l’aumento del rischio di sviluppare polipi vescicali tumorali;
- etnia: l’etnia caucasica, rispetto alle altre, è associata ad un rischio maggiore di papilloma vescicale;
- papilloma virus: l’infezione da papilloma virus, oltre ad essere il responsabile del cancro alla cervice nelle donne, è associata ad un aumento del rischio di polipi/papillomi vescicali negli uomini;
Come è evidente alcuni fattori di rischio alcuni controllabili con modifiche dello stile di vita, dell’ambiente lavorativo o, come nel caso del papilloma virus, con la vaccinazione.
La crescita di un papilloma vescicale sembra non legata a fattori ereditari o ad eventuali alterazioni genetiche trasmesse dai genitori.
Diagnosi di polipi vescicali
È fondamentale diagnosticare correttamente un eventuale papilloma vescicale poiché, se non trattato, le eventuali cellule tumorali potrebbero diffondersi rapidamente.
Il medico curante, effettuata l’anamnesi del paziente e sospettati sintomi riferibili a polipi vescicali o ad un tumore della vescica, deve indirizzarlo a un urologo per una diagnosi più approfondita.
L’urologo suggerirà degli esami diagnostici. Gli esami diagnostici di prima linea sono l’analisi delle urine per la ricerca di ematuria e l’esame citologico in 3 campioni, sempre dell’urina, per la ricerca di cellule tumorali. E l’Ecografia dell’apparato urinario.
In caso di esito positivo, il paziente andrà indirizzato verso l’intervento chirurgico di rimozione del papilloma vescicale in endoscopia (TURV o TURB), in anestesia generale o spinale. Nei casi dubbi (quando cioè la diagnostica per immagini non è conclusiva) si può fare una cistoscopia e una biopsia delle zone sospette.
Altri esami che si possono prendere in considerazione, soprattutto nella fase di accertamento sono:
- ricerca di marcatori tumorali nelle urine: si tratta di cercare la presenza di specifiche sostanze chimiche che aumentano significativamente di concentrazione in alcuni tipi di neoplasia. La ricerca dei marcatori tumorali non può essere utilizzata come esame di screening poiché è soggetta ad un alto numero di falsi positivi;
- urinocoltura: viene indicato per escludere che la sintomatologia possa dipendere da un’infezione della vescica e non da un papilloma vescicale;
- diagnostica per immagini: risonanza magnetica e/o tomografia computerizzata (TC) con mezzo di contrasto vengono utilizzate quando gli indizi della presenza di un tumore della vescica sono forti e concreti. Permettono al medico di vedere il papilloma vescicale e se si è infiltrato in altri tessuti o organi. Di solito vengono fatti dopo l’Ecografia.
Terapia del papilloma vescicale
L’approccio terapeutico del papilloma vescicale maligno, può richiedere:
- resezione vescicale transuretrale: il polipo o i polipi vescicali vengono rimossi attraverso un resettore;
- istillazioni endo-vescicali di particolari chemioterapici, in particolare nelle forme scarsamente infiltranti, soprattutto se multiple e recidive;
- chemioterapia, radioterapia, immunoterapia: possono essere associate alla chirurgia. La scelta è dello specialista in funzione della gravità della malattia, cioè nelle forme infiltranti;
- cistectomia radicale: in caso di tumore infiltrante nel tessuto muscolare più profondo della vescica può essere necessaria la rimozione totale dell’organo.
In funzione degli altri organi eventualmente infiltrati, può essere necessaria l’asportazione chirurgica di tutti o di una parte di questi. A seconda che il paziente sia uomo o donna, può trattarsi di:
- prostata;
- utero;
- ovaie;
- uretra
Oltre alla terapia medica, in caso di diagnosi di papilloma vescicale, al paziente può essere richiesto di adottare specifici comportamenti, quali:
- smettere di fumare;
- cambiare dieta;
- assumere vitamine e antiossidanti
La prognosi di una persona affetta da papilloma vescicale varia notevolmente a seconda che questo sia benigno o maligno e, in caso di malignità, in funzione dell’estensione e dello stadio della malattia. La diagnosi precoce è fondamentale perché i pazienti hanno spesso maggiori possibilità di sopravvivenza se il tumore viene individuato nelle fasi iniziali.
Sintomi quali dolore durante la minzione, presenza di sangue nelle urine (macroematuria e microematuria), difficoltà a urinare dovrebbero spingere il paziente a rivolgersi a un medico per una diagnosi completa.