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algie pelviche dolori pelvici

Cosa sono e da cosa dipendono le algie pelviche

19/04/202217/07/2023
Emma Russo
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Ginecologa di libera professione a Lugano, Ginevra, Zurigo.
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Indice argomenti:

  • Cosa sono le algie pelviche
  • Quali sono i dolori pelvici
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Cosa sono le algie pelviche

Quali sono i dolori pelvici

La comparsa di algie pelviche (dolori pelvici) rappresenta, nella maggioranza dei casi, il sintomo di una patologia a carico di uno degli organi riproduttivi della donna.
Sebbene siano spesso associate a patologie degli organi riproduttivi di una donna, le algie pelviche possono comunque dipendere da una varietà di motivi: possono essere un’indicazione di un’infezione o possono essere causate da una patologia alle ossa pelviche o ad altri organi non riproduttivi.
Le algie pelviche possono quindi dipendere da:

Appendicite

L’appendicite è una condizione infiammatoria di una piccola parte, un diverticolo chiamato appendicite vermiforme, dell’intestino crasso.
L’appendicite, come condizione patologica, si manifesta in algie pelviche particolarmente intense che coinvolgono oltre alla fossa iliaca destra (parte inferiore destra della pancia) anche la gamba destra.
Le algie pelviche sono accentuate dalla manovra di Blumberg (detto anche segno di Blumberg).
Il segno di Blumberg consiste nella compressione delicata della zona addominale dolente tramite le dita e del rilascio improvviso e repentino della mano dalla parete addominale.
In presenza di appendicite e, particolarmente di peritonite (condizione grave che richiede l’immediata attenzione medica), il rilascio della mano causa dolore insopportabile.
Si parla di segno di Blumberg positivo.
Le algie pelviche, in presenza di appendicite acuta, sono tali da costringere la paziente in posizione fetale.
La terapia è chirurgica e consiste nella rimozione del diverticolo vermiforme.

algie pelviche dolore pelvico


Infezioni del tratto urinario

Le infezioni del tratto urinario sono piuttosto frequenti e si presentano in misura maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Il motivo è prettamente anatomico.
L’agente patogeno maggiormente coinvolto nelle infezioni del tratto urinario è l’Escherichia Coli che, pur essendo normalmente presente nell’intestino, riesce a colonizzare parte del tessuto del sistema urinario.
Le UTI (infezioni del tratto urinario) sono associate oltre ad algie pelviche più o meno intense anche ad una serie di sintomi tipici:

  • dolore durante la minzione;
  • nicturia;
  • aumento della frequenza minzionale;
  • incompleto svuotamento della vescica;
  • febbre.

Il trattamento è antibiotico. Gli studi scientifici hanno dimostrato l’importanza dell’assunzione di un probiotico e del d’mannosio come supporto terapeutico.


Calcoli renali o infezioni renali

La calcolosi renale si manifesta con dolore intenso tipicamente in sede lombare e sul fianco corrispondente alla localizzazione del calcolo.
Il sintomo doloroso può manifestarsi anche in sede pelvica con algie pelviche di intensità tale da essere assimilate, da alcune donne, ai dolori da parto. Talvolta è associato vomito.
I calcoli sono formazioni di grandezza variabile costituiti principalmente (75% dei casi) da ossalato di calcio.
La terapia è rivolta al contenimento del dolore e, se necessario, alla riduzione delle dimensioni del calcolo per permetterne l’espulsione. La frantumazione della formazione avviene tramite l’impego di onde d’urto (per calcoli inferiori a 2 cm), in litotrissia percutanea o in via endoscopica con il laser ad olmio. Quest’ultima procedura avviene in anestesia generale e richiede il ricovero di 2 giorni.
La litotrissia percutanea prevede l’incisione nel fianco e l’accesso al rene tramite uno strumento che consenta al laser di frantumare il calcolo e quindi di asportarlo. Anche questa procedura avviene in anestesia generale e richiede un ricovero di 5 giorni.

algie pelviche dolori


Neuropatia

Le algie pelviche possono dipendere dalla neuropatia del pudendo. Nella neuropatia del pudendo il dolore è localizzato al perineo e nelle zone innervate dal nervo pudendo.
Le algie pelviche si presentano con caratteristiche di bruciore, sensazione di punture di spilli, formicolio, alterazioni della sensibilità, scariche elettriche.
Il dolore si massimizza in posizione seduta tanto da rendere, in alcuni casi, impossibile mantenere la posizione.
Nella donna si può manifestare dolore alla vulva, al clitoride e all’ano.
La terapia richiede spesso un trattamento interdisciplinare con la somministrazione combinata di farmaci ed integratori e, tramite fisioterapista, la riabilitazione del pavimento pelvico.

Disturbi pelvici

Con disturbi pelvici si intendono una serie di patologie che colpiscono la pelvi, quella regione che è compresa tra le ossa che compongono il bacino. Queste includono la disfunzione del pavimento pelvico, la malattia infiammatoria pelvica e il prolasso degli organi pelvici.
I disturbi pelvici hanno una varietà di cause, a seconda del tipo di malattia. Per esempio, la malattia infiammatoria pelvica è un’infezione del sistema riproduttivo femminile causata, per esempio da malattie sessualmente trasmissibili.
Le cause più frequenti del prolasso degli organi pelvici e della disfunzione del pavimento pelvico sono:

  • Parto;
  • Isterectomia;
  • Obesità;
  • Invecchiamento.

La sintomatologia tipica dei disturbi pelvici comprende algie pelviche localizzate nella parte inferiore dell’addome e accompagnate talvolta da febbre, minzione dolorosa e frequente, sensazione di peso (soprattutto in presenza di prolasso degli organi).
Il trattamento è funzione della causa e può prevedere l’uso di antibiotici, in caso di malattia infiammatoria pelvica, terapia fisica in caso di disfunzione del pavimento pelvico e l’approccio chirurgico nei casi gravi di prolasso degli organi pelvici.


Dolore psicogeno

Le algie pelviche possono avere natura psicogena. Per dolore psicogeno si intende una sensazione dolorosa attribuibile a fattori psicologici. Mal di testa, dolore pelvico, dolore lombare, mal di stomaco sono le manifestazioni tipiche di dolore psicogeno.
La terapia prevede l’impiego di antidepressivi e sedute di psicoterapia.


Malattia infiammatoria pelvica

Come descritto precedentemente la malattia infiammatoria pelvica è soprattutto una conseguenza di una infezione sessualmente trasmessa.
Altre cause possono essere il parto e l’uso della spirale contraccettiva.
La malattia infiammatoria pelvica è in grado, se non trattata, di danneggiare permanentemente l’utero, le ovaie e le tube di Falloppio e quindi causare infertilità. In tal senso è la principale causa evitabile di infertilità femminile.
I sintomi includono algie pelviche e addominali, febbre, perdite vaginali, dolore durante i rapporti sessuali o durante la minzione.
Ma maniere più semplice per prevenirla è l’uso del profilattico nei rapporti occasionali.
Il trattamento richiede l’impiego di antibiotici e l’astensione dai rapporti sessuali fino a guarigione avvenuta.
È importante ricordare che in circa l’80% delle donne la malattia infiammatoria pelvica è totalmente asintomatica: non sono presenti né algie pelviche né altri disturbi.


Cisti ovariche

Le cisti ovariche sono delle sacche che si possono formare perché un follicolo, adibito al rilascio dell’uovo durante l’ovulazione, non si apre. Oppure perché, pur aprendosi per rilasciare l’uovo, si richiude immediatamente riempiendosi di liquido.
Solitamente hanno natura benigna e non richiedono alcun trattamento poiché tendono a regredire spontaneamente in qualche mese.
Destano, al contrario, preoccupazione quando si manifestano in post menopausa e, in tal caso, richiedono sempre una attenta valutazione da parte del ginecologo.
Essendo solitamente asintomatiche l’individuazione avviene in occasione di indagini radiologiche effettuate per altri motivi.
Può succedere che le cisti ovariche possano rompersi o torcersi e causare algie pelviche intense tali da richiedere l’accesso in Pronto Soccorso e l’approccio chirurgico.
La terapia può essere, in caso di cisti ovariche funzionali, ormonale. Normalmente si effettua solo un controllo radiologico, mediante ecografia, ad intervalli prestabiliti.


Dolori mestruali

Le algie pelviche possono dipendere dalle mestruazioni. Il dolore mestruale è definito come dismenorrea ed è caratterizzato da intense fitte in sede pelvica che possono manifestarsi fino ad due giorni prima della comparsa delle mestruazioni.
Le algie pelviche sono tipicamente acute, intense. Anche se, talvolta, si manifestano in maniera crampiforme.
È frequente la contemporanea presenza di mal di testa e, in alcuni casi, nausea.
Le algie pelviche raggiungono la massima intensità 24 ore la comparsa del flusso mestruale.
I dolori mestruali sono trattati con l’Ibuprofene, un FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo), il cui uso va limitato in caso di patologie gastriche.
Tra i trattamenti non farmacologici molte donne trovano beneficio, per le algie pelviche, da un bagno caldo o da una borsa d’acqua poggiata direttamente sul ventre.


Gravidanza extrauterina

La gravidanza extrauterina è causata dall’impianto di un embrione al di fuori dell’utero, solitamente nelle tube di Falloppio che collegano le ovaie all’utero.
In Inghilterra le statistiche dicono che circa una gravidanza su 90 è ectopica.
La sintomatologia tende a manifestarsi tra la 4^ e la 12^ settimana. I sintomi comuni comprendono:

  • algie pelviche;
  • sanguinamento vaginale;
  • dolore durante la minzione o la defecazione;
  • dolore alla spalla nella zona clavicolare;
  • vomito.

La diagnosi viene effettuata con l’esame pelvico e radiologico dell’utero e delle tube di Falloppio.
Purtroppo, in caso di gravidanza extrauterina l’embrione non può essere salvato e, mettendo potenzialmente a rischio la vita della madre, deve essere rimosso chirurgicamente o con farmaci.


Endometriosi

L’endometriosi è una condizione spesso dolorosa in cui la mucosa che tipicamente riveste l’utero – detto appunto endometrio – si sviluppa fuori dall’utero.
L’endometriosi colpisce più spesso le ovaie, le tube di Falloppio e il tessuto pelvico.

Le algie pelviche, intense, rappresentano il sintomo principale dell’endometriosi, spesso associate alla presenza del flusso mestruale.
Altri sintomi comuni includono:

  • dolore durante o successivo ad un rapporto sessuale;
  • dolore durante la minzione;
  • eccessivo sanguinamento durante le mestruazioni.

L’endometriosi è talvolta diagnosticata in quelle donne che si sottopongono ad esami poiché hanno difficoltà a rimanere incinta.
In tal senso la principale conseguenza dell’endometriosi è una ridotta fertilità. Circa un terzo o la metà delle donne con endometriosi hanno avuto problemi a concepire.
L’endometriosi può infatti causare il restringimento delle tube, impedendo all’uovo di essere fecondato dallo spermatozoo.
Nonostante questo, molte donne con endometriosi sono comunque in grado di concepire e portare a termine una gravidanza. I medici incoraggiano le donne con l’endometriosi a non rimandare una gravidanza, poiché la malattia tende a peggiorare con il tempo.
Il trattamento prevede l’uso di progesterone o di un estroprogestinico, ossia l’associazione di 2 ormoni: un estrogeno e un progestinico in grado migliorare significativamente il quadro di algie pelviche.


Tumore (ovaie, cervice, utero)

Le algie pelviche non rappresentano il primo sintomo di un tumore. Il dolore pelvico si manifesta quando il carcinoma è ormai ad uno stadio avanzato.
I primi sintomi sono piuttosto sfumati, difficili da distinguere.
Successivamente, compaiono:

  • sanguinamento vaginale;
  • ematuria microscopica (presenza di sangue nelle urine non visibile ad occhio nudo);
  • dolore durante la minzione;
  • calo ponderale inspiegabile;
  • stanchezza;
  • algie pelviche.

La presenza di algie pelviche, dolore alle gambe o alla schiena è normalmente correlata ad uno stadio avanzato del tumore e alla metastatizzazione dello stesso.
Il trattamento dipende dallo stadio: un tumore diagnosticato allo stadio iniziale può richiedere il solo approccio chirurgico. Un tumore diagnosticato ad uno stadio più avanzato richiede l’approccio farmacologico o radioterapico e chirurgico.

Autore:
Dott. Diego Riva
Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Urologia


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