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Articolo aggiornato il 11/07/2023
Cistite post-coitale: un problema comune
La cistite post-coitale è un’infiammazione della vulva che si manifesta dopo i rapporti sessuali. L’infiammazione può insorgere subito dopo il rapporto o entro alcuni giorni. Rappresenta un problema comune a molte donne.
Con il termine UTI – infezioni del tratto urinario – si intendono tutte le infezioni dell’uretra, della vescica (cistite), degli ureteri o dei reni. Anche la cistite post-coitale rientra in questa classificazione.
La cistite è un vero fastidio per molte donne. Può essere estremamente dolorosa e il sintomo più evidente è quello di dover urinare urgentemente e frequentemente. La cistite può avere diverse cause; tuttavia la cistite post-coitale, derivante dal rapporto sessuale è sicuramente quella che riesce a compromettere anche il rapporto di coppia.
Gli argomenti di questo articolo sono:
- In quanto tempo insorge la cistite post-coitale?
- Le cause della cistite post-coitale?
- Come prevenire la cistite post-coitale
- Può guarire senza terapia?
- I sintomi
- Quali esami effettuare?
- Trattamento e cura
- I rimedi naturali per la cistite post-coitale
- La cistite post-coitale nell’uomo
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In quanto tempo insorge la cistite post-coitale?
La cistite post-coitale normalmente insorge 24 – 48 ore dopo il rapporto sessuale. Uno studio ha dimostrato che il 27% delle donne ha sviluppato una seconda infezione entro sei mesi dalla prima, e il 2,7% ha avuto una seconda recidiva durante questo periodo.
Le cause della cistite post-coitale
Perché dopo un rapporto insorge la cistite post-coitale? Esiste una causa anatomica: l’uretra delle donne è più corta dell’uretra maschile e gli orifizi dell’uretra e dell’ano sono, tra loro, più vicini nelle donne. Questa vicinanza facilita il passaggio di batterie e agenti patogeni dall’ano all’uretra e, quindi per risalita, alla vescica. Questo passaggio può essere facilitato durante il rapporto sessuale. Si stima che fino al 90% delle cistiti post-coitali siano causate da batteri provenienti dal retto e dai movimenti del corpo durante i rapporti sessuali.
Altre cause corresponsabili della cistite post-coitale sono:
- microlesioni che favoriscono l’insorgere delle infezioni, facilitate da una scarsa lubrificazione della vagina durante i rapporti sessuali;
- vestibulodinia;
- uso prolungato di antibiotici;
- stitichezza;
- utilizzo di sistemi contraccettivi come il diaframma o gli spermicidi;
- ipertrofia prostatica benigna (per gli uomini).
I batteri maggiormente implicati nella cistite post-coitale sono: Escherichia Coli, Stafilococco, Proteus, Klebsiella e P. Mirabilis.
Come prevenire la cistite post-coitale
È possibile limitare gli episodi di cistite post-coitale seguendo dei semplici accorgimenti; tra cui:
- prestare particolare attenzione all’igiene intima prima di un rapporto sessuale, evitando contemporaneamente di utilizzare detergenti con un pH che possa alterare la normale flora vaginale o indurre secchezza vaginale;
- utilizzare lubrificanti vaginali in caso di secchezza vaginale;
- utilizzare il preservativo;
- in caso di rapporti orali utilizzare comunque il preservativo;
- urinare dopo il rapporto.
Può guarire senza terapia?
La terapia della cistite post-coitale recidivante richiede l’impiego di antibiotici, di fermenti lattici (probiotici) e/o di integratori alimentari come il d-mannosio.
Se non curata la cistite post-coitale può cronicizzare. A seguito di terapia, i sintomi regrediscono in pochi giorni, solitamente entro i 5/7 giorni.
Qualora la cistite post-coitale si presenti in modo episodico può risolversi spontaneamente.
Sintomi
I sintomi della cistite post-coitale si manifestano con:
- necessità di urinare frequentemente e con urgenza, bruciore, nicturia e disuria;
- ematuria (sangue nelle urine);
- dolore sovra pubico o dolore addominale localizzato in basso;
- incontinenza da sforzo o da picco;
- urine maleodoranti e/o torbide;
Nel caso si manifestassero forte dolore al fianco, nausea o vomito, brividi è necessario ricorrere all’attenzione del medico specialista ginecologo o urologo, il quale verificherà:
- la presenza o assenza di altri rilievi fisici degni di nota;
- la mancanza di tensione dell’area sovra pubica;
- la presenza di un’infiammazione del meato uretrale;
- l’assenza di tensione delle strutture del pavimento pelvico.
Quali esami effettuare?
La diagnosi di cistite avviene attraverso l’anamnesi e un semplice esame delle urine.
Nel caso di sintomatologia ricollegabile a cistite post-coitale è necessario effettuare un’analisi di laboratorio delle urine.
È possibile una pre-analisi, acquistando in farmacia delle strisce reattive in grado di verificare, nel proprio ambiente domestico, la presenza di sangue, leucociti e di nitrati.
Un referto che confermi la presenza di globuli bianchi nelle urine (leucociti) è indicazione di una probabile presenza di infezione delle vie urinarie. In condizioni di normalità nel tratto urinario non sono infatti presenti globuli bianchi se non in quantità minime, definite “tracce” negli esami di laboratorio.
L’urinocultura è indirizzata all’isolamento dell’agente patogeno responsabile della cistite post-coitale. Con l’antibiotigramma si definisce la terapia antibiotica adatta.
In presenza di ematuria (sangue nelle urine) è invece opportuno effettuare le indagini radiologiche, l’ecografia addome completo, e di laboratorio (esame citologico delle urine) necessarie a scongiurare la presenza di patologie gravi.
Trattamento e cura
Il trattamento d’elezione della cistite post-coitale è antibiotico. La ricerca scientifica ha evidenziato il ruolo dei probiotici nel favorire la guarigione ripristinando il normale microbiota.
Evidenze scientifiche si hanno anche sul d-mannosio, uno zucchero, che può favorire la remissione della cistite.
L’utilizzo di antibiotici deve essere riservato alla valutazione del medico curante o specialista. I seguenti farmaci sono utilizzati per trattare le principali UTI:
- Trimetoprim-Sulfametossazolo: 160/800 mg, per 3 giorni;
- Fosfomicina Trometamol (Monuril): 3mg in una unica somministrazione;
- Nitrofurantoina Macrocristalli: 100 mg per 7 giorni;
- Amoxicillina: 500 mg, per 7 – 10 giorni;
- Augmentin: 500 mg, 5 -7 giorni;
- Cefdinir: 300 mg, per 5-7 giorni;
- Ciprofloxacina: 250 mg, per 3 giorni;
- Levofloxacina: 250 mg, per 3 giorni;
- Norfloxacina: 400 mg, per 3 giorni.
I rimedi naturali per la cistite post-coitale
Il primo approccio terapeutico consiste nel bere molto: almeno 2 litri di acqua al giorno. Bere molta acqua, favorisce la diuresi e quindi l’eliminazione dei batteri attraverso la minzione.
Esistono poi una serie di regole che valgono per tutti gli episodi di cistite: evitare di indossare biancheria intima aderente e di materiale sintetico ma preferire il cotone; evitare i rapporti sessuali non protetti e il consumo di alimenti pro-infiammatori come il cioccolato, cibi fritti o ricchi di grassi animali, spezie piccanti come il pepe.
Meritano una menzione, tra gli integratori alimentari indirizzati al trattamento dei sintomi della cistite post-coitale, i prodotti a base di mirtillo rosso (Cranberry) e uva ursina. A questi è associata la capacità di ridurre significativamente la ricorrenza della cistite post-coitale sintomatica non severa.
Il meccanismo d’azione è simile a quello del d-mannosio: impedirebbero agli agenti patogeni di aderire alla mucosa che riveste i tessuti del tratto urinario, favorendone l’eliminazione attraverso la minzione.
Relativamente al d-mannosio, uno studio del 2014 ne evidenzia l’efficacia nel trattamento e nella prevenzione delle infezioni urinarie frequenti. Il risultato è stato ottenuto valutando un campione di 180 donne che soffrivano di cistite.
Il d mannosio è ampiamente utilizzato per la cistite: nello studio indicato ha ridotto i sintomi nelle donne con infezione attiva.
La cistite post-coitale nell’uomo
Seppur meno frequentemente, anche gli uomini possono soffrire di cistite post-coitale. Come nel caso della donna, i sintomi riguardano il tratto urinario e in particolare:
- formicolio o bruciore durante la minzione;
- minzione frequente e non abbondante;
- difficoltà ad urinare;
- ematuria;
- urine torbide o maleodoranti;
- disagio pelvico;
- febbre;
- affaticamento.