- Dermatite vulvare: estratto dall’articolo della foruncolosi - 18/09/2023
- Irritazione delle grandi labbra e vagina gonfia: approfondiamo il discorso - 03/07/2023
- Dolore al basso ventre - 23/01/2023
ARTICOLO AGGIORNATO IL 11/07/2023
Atrofia vulvare: cos’è e come risolvere un problema comune
L’atrofia vulvovaginale (VVA) è una condizione comune e sottovalutata associata a una ridotta estrogenizzazione del tessuto vaginale. I sintomi includono secchezza, irritazione, dolore e dispareunia con frequenza urinaria, urgenza e incontinenza da urgenza.
L’atrofia vulvare o atrofia vaginale è una patologia è molto comune in menopausa, quasi il 50% delle donne soffre di atrofia vulvare. Pur essendo una condizione patologica che spesso mina la possibilità di avere rapporti di coppia, esistono una serie di terapie che permettono il controllo e la regressione dei sintomi.
In questo articolo gli argomenti trattati sono:
- Cos’è l’atrofia vulvare
- Differenza tra atrofia vulvare e infezione da Candida
- I fattori di rischio dell’atrofia vulvare
- Quanto è frequente l’atrofia vulvare
- La causa dell’atrofia vulvare
- I sintomi dell’atrofia vulvare
- Come viene diagnosticata l’atrofia vulvare
- Il trattamento dell’atrofia vulvare
- Le terapie ormonali per l’atrofia vulvare
- Cancro al seno e trattamento dell’atrofia vulvare
- CHIEDI AL GINEGOLOCO ONLINE
Cos’è l’atrofia vulvare
L’atrofia vulvare (alternativamente indicata come vaginite atrofica) è un disturbo in cui l’epitelio che ricopre la vagina diventa secco e sottile. Questo porta a sensazioni come prurito, bruciore e disagio durante il rapporto sessuale. Problemi al sistema urinario come le infezioni del tratto urinario (UTI) e la minzione frequente sono effetto diretto della sindrome.
Attualmente l’atrofia vulvare è indicata come sindrome genitourinaria della menopausa. Il termine è utile per descrivere non solo i sintomi vaginali, ma anche i sintomi urinari associati a bassi livelli di estrogeni.
L’atrofia vulvare è più frequente dopo la menopausa, a causa della riduzione dei livelli di estrogeni. Ciò detto, può verificarsi anche in donne più giovani, in funzione del livello di estrogeni.
Il sistema endocrino, una rete di ghiandole e organi, produce, immagazzina e secerne ormoni. Le donne hanno bisogno di estrogeni per una salute ottimale, in particolare durante gli anni della gravidanza. La menopausa comporta che le ovaie producano meno ormoni e la donna cessi di avere le mestruazioni.
Tra i sintomi associati alla menopausa e, quindi, al calo di estrogeni, si ha secchezza vaginale e altri che possono suggerire l’insorgenza di atrofia vulvare.
Differenza tra atrofia vulvare e infezione da Candida
Secchezza, prurito, rossore e dolore sono tutti possibili sintomi sia di atrofia vulvare che di infezioni da lievito. L’atrofia vulvare, come visto, è causata da una carenza di estrogeni, mentre un’infezione vaginale da lievito è causata da un’infezione fungina. È lo specialista ginecologo che può stabilire quale patologia è in corso e quindi proporre la terapia adeguata.
Un’infezione da Candida può richiedere l’assunzione di fermenti lattici e antibiotici.
I fattori di rischio dell’atrofia vulvare
Le donne in menopausa sono quelle che hanno il rischio maggiore di sviluppare atrofia vulvare. Oltre all’età, come condizione primaria responsabile della menopausa, altri fattori di rischio sono:
- Fumo;
- Mancanza di rapporti sessuali;
- Interventi chirurgici alle ovaie, come la rimozione ovarica;
- Allattamento al seno;
- Assunzione di farmaci anti-estrogeni;
- Disfunzioni immunitarie
Quanto è frequente l’atrofia vulvare
Circa il 50% delle donne che entrano in menopausa soffrono di sintomi e segni della sindrome genitourinaria della menopausa.
La causa dell’atrofia vulvare
Il sistema endocrino, durante la menopausa, produce meno estrogeni. Un calo di estrogeni, la causa dell’atrofia vulvare, determina:
- un assottigliamento del tessuto epiteliale che riveste la vagina;
- il canale vaginale può contrarsi e accorciarsi;
- diminuzione della quantità delle secrezioni vaginali;
- alterazioni dell’equilibrio acido-base vaginale. Questa alterazione facilita la comparsa di vaginiti e di eventuali recidive.
Gli stessi effetti si verificano tra le donne a cui sono state rimosse le ovaie o che stanno assumendo farmaci specifici (come gli inibitori dell’aromatasi per il trattamento del cancro al seno).
In genere, la prima indicazione di atrofia vaginale è una riduzione della lubrificazione vaginale.
I sintomi dell’atrofia vulvare
Alcuni dei sintomi associati ad atrofia vulvare sono sovrapponibili ad altre patologie, come per esempio l’infezione fungina da Candida. Spetta quindi al medico ginecologo porre la corretta diagnosi. I sintomi comuni sono:
- secchezza vaginale;
- prurito e/o bruciore vaginale;
- dolore durante il rapporto sessuale;
- spotting;
- minzione frequente;
- facilità a contrarre infezioni del tratto urinario;
- disuria (dolore durante la minzione);
- ematuria (sangue nelle urine).
Come viene diagnosticata l’atrofia vulvare
Il ginecologo diagnostica l’atrofia vulvare attraverso l’analisi dei sintomi riferiti dalla paziente e un esame pelvico volto a indagare lo stato in cui si trova la vagina. Il fattore discriminante è la condizione di menopausa. I segni che il ginecologo ricerca durante l’esame pelvico (esame ginecologico generale) sono: un restringimento o accorciamento della vagina, dermatosi vaginale, colorazione biancastra della vagina, secchezza e rossore della zona, perdita di elasticità. Per confermare la diagnosi di atrofia vulvare possono essere richiesti degli approfondimenti diagnostici, come:
- esame delle urine;
- dosaggio ormonale degli estrogeni;
- pap test;
- tampone vaginale per determinare il pH;
- esame bioptico.
Il trattamento dell’atrofia vulvare
Il trattamento più efficace per l’atrofia vulvare è la terapia con estrogeni. In base alla severità dei sintomi esistono una serie di trattamenti alternativi, in particolare:
- Lubrificanti e idratanti: possono essere usati per diminuire i sintomi associati a secchezza vaginale. Lubrificanti e idratanti non ripristineranno completamente la salute vaginale. Molte marche sono accessibili senza prescrizione medica. Alcune sono idratanti vaginali che vengono utilizzati durante il giorno per alleviare l’irritazione e la secchezza, simili a una crema idratante per la pelle. Altre sono da utilizzare durante l’attività sessuale. La vaselina non è consigliata per uso vaginale a causa del rischio di infezioni da lievito.
- Dilatatori: sono dispositivi che allargano la vagina in modo tale da rendere il successivo rapporto sessuale non doloroso. Quando i dilatatori vengono utilizzati in combinazione con un trattamento ormonale locale, si ottengono i risultati migliori.
- Trattamento ormonale: allevia i sintomi dell’atrofia vaginale e ripristina il normale pH acido della vagina, favorendo l’ispessimento della pelle, preservando l’umidità naturale e aumentando l’equilibrio batterico. Sono invece sconsigliate le lavande vaginali.
Le terapie ormonali per l’atrofia vulvare
Per le donne che sperimentano soltanto i sintomi dell’atrofia vulvare, esistono varie alternative di somministrazione locale di estrogeni. Le donne che invece manifestano anche gli altri sintomi della menopausa – come le vampate di calore e l’insonnia – possono, su indicazione del medico ginecologo, utilizzare un trattamento ormonale sistemico. È evidente che le alternative ormonali locali vaginali l non avranno effetto sui sintomi della menopausa.
- Trattamento con estrogeni a basso dosaggio somministrato per via vaginale. Le possibilità di assunzione sono in forma di crema (estradiolo o estrogeni coniugati), via ovuli vaginali o un anello intravaginale da posizionare nel terzo superiore della vagina e tenere in posizione, solitamente, per 3 mesi. Al termine del periodo viene sostituito.
- Terapia ormonale sostitutiva (TOS): trattamento ormonale somministrato per via sistemica, mediante pillola. Numerose donne in trattamento ormonale sistemico beneficiano di una maggiore salute delle ossa, salute vaginale, sonno migliore, ridotto numero di vampate di calore e umore migliore.
L’intensità dei sintomi dell’atrofia vulvare, il periodo di tempo trascorso dalla menopausa, la condizione generale della paziente indirizzano il medico ginecologo verso una terapia o l’altra.
Cancro al seno e trattamento dell’atrofia vulvare
Nel caso di donne con una storia di cancro al seno e che manifestano i sintomi dell’atrofia vulvare, la terapia ormonale sistemica andrebbe evitata.
La terapia, in questi casi, dovrebbe prendere in considerazione:
- uso di creme idratanti e lubrificanti;
- dilatatori vaginali. I dilatatori vaginali aiutano a stimolare e allungare i muscoli vaginali e ad invertire la costrizione vaginale;
- Estrogeni vaginali. Se le terapie precedenti non alleviano i sintomi, il ginecologo può offrire estrogeni vaginali a basso dosaggio dopo aver consultato l’oncologo. Rimane il dubbio, tuttavia, che gli estrogeni vaginali possano aumentare la tua possibilità di una recidiva del tumore, soprattutto se il precedente cancro al seno era ormono-sensibile.
Soffri di atrofia vaginale? Hai bisogno di un ginecologo online? Compila il form qui sotto e otterrai, via email, un consulto anonimo e gratuito.
Il servizio di ginecologo online fornisce le risposte di un Medico specialista in Ginecologia. In nessun caso, visto la natura del servizio, può essere inteso come sostitutivo di una visita medica e del parere del proprio curante/specialista. Si ricorda che in caso di disturbi/malattia/sintomi gravi è necessario ed indispensabile ricorrere all’intervento medico nel più breve tempo possibile utilizzando, se necessario, la numerazione nazionale telefonica di emergenza oppure recandosi direttamente in PS. I tempi di risposta (via email) dipendono, in ogni caso, dal nr. di domande ricevute.