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La sindrome dell’abbandono o paura dell’abbandono si determina quando una persona di qualunque età ha una forte paura di perdere i propri cari senza che ci sia una motivata ragione.
La sindrome dell’abbandono è una manifestazione ansiosa che inizia nell’infanzia quando un bambino sperimenta una perdita traumatica.
I bambini che hanno vissuto questa esperienza possono avere un timore irrazionale di perdere altre persone importanti nella loro vita. Alcuni bambini non riescono a superare questo trauma neppure in età adulta e continuano a soffrirne. Anche se è meno comune, la sindrome dell’abbandono può svilupparsi in età adulta.
La sindrome dell’abbandono condiziona la vita e le relazioni sociali della persona. Imparare a gestire lo stress e l’aiuto di un professionista specializzato in terapia cognitivo comportamentale riducono le manifestazioni d’ansia.
I sintomi della sindrome dell’abbandono
Una persona che soffre di questo disturbo generalmente non ha fiducia negli altri.
La paura dell’abbandono non è un disturbo di salute mentale distinto come la depressione o la schizofrenia, ma rientra nelle categorie dell’ansia e quando è particolarmente acuta si associa ad una fobia.
Gli individui che ne soffrono possono avere difficoltà nelle relazioni interpersonali perché temono che l’altra persona li abbandoni. I sintomi negli adulti che certificano la sindrome dell’abbandono sono:
- costante ricerca di compiacere gli altri;
- eccessiva generosità nelle relazioni;
- mancanza di fiducia negli altri;
- allontanamento delle persone care per l’incapacità di affrontare un loro giudizio negativo;
- grande insicurezza nelle relazioni sessuali e nelle amicizie;
- codipendenza affettiva;
- continua ricerca di essere accettati e amati dagli altri;
- il desiderio di controllare gli altri;
- incapacità di interrompere rapporti violenti e negativi;
- passare da una relazione all’altra continuamente sempre alla ricerca di conferme;
- insufficiente intimità emotiva.
Gli individui che sono stati abbandonati da bambini spesso ricercano relazioni malate nelle quali saranno trattati male dal proprio partner. Queste relazioni di solito si concludono nel modo peggiore per chi soffre di questa sindrome e cioè con l’abbandono.
Segni e sintomi nei bambini
I bambini esprimono frequentemente la preoccupazione per il fatto che chi si prende cura di loro li abbandoni. L’ansia da separazione è un elemento tipico dello sviluppo dei neonati e dei bambini molto piccoli. Normalmente raggiunge l’apice tra i 10 e i 18 mesi e dura fino a quando il bambino compie i tre anni.
L’ansia da separazione e le difficoltà di abbandono diventano problematiche quando i sintomi sono intensi o persistono per un lungo periodo di tempo dopo in 4 anni. La paura dell’abbandono può presentarsi nei seguenti modi nei bambini:
- paura persistente dell’abbandono;
- ansia intensa o panico quando un genitore non si presenta ad un dato appuntamento ad (ad esempio a scuola per riportare a casa il bambino);
- attaccamento morboso e possessivo;
- paura di restare soli, in particolare di notte;
- salute cagionevole senza che ci sia una reale causa o malattia;
- tendenza ad isolarsi;
- deficit di autostima.
In circostanze gravi, come quelle che riguardano la morte di un genitore, un bambino può sviluppare meccanismi di coping disadattivi, come i seguenti:
- disordine alimentare;
- aggressività sia fisica che verbale;
- autolesionismo.
Secondo una ricerca dell’ASP, i bambini quando sono abbandonati posso manifestare anche questi sintomi:
- atteggiamento ostile o scoppi d’ira;
- tendenza ad isolarsi;
- tristezza persistente;
- bassa autostima;
- passano le loro giornate a interrogarsi, cercando di dare un senso alla loro storia e alla loro identità;
- difficoltà a prendere sonno;
- incubi frequenti.
Cause della sindrome dell’abbandono
Le preoccupazioni per l’abbandono spesso derivano dalla morte di un parente stretto, come un genitore, un caregiver o un partner particolarmente romantico. La perdita è il risultato di un evento traumatico, come una morte o un divorzio.
L’abbandono emotivo, che si verifica quando un genitore o un caregiver è fisicamente presente ma emotivamente assente, può anche provocare problemi di abbandono in età avanzata.
Non è chiaro perché alcune persone sviluppino il terrore dell’abbandono mentre altre no, dopo aver sperimentato perdite identiche.
Un trauma – da abuso o da povertà, per esempio – può avere un ruolo, così come il livello di supporto emotivo (terapia) ricevuto da un bambino dopo una perdita.
Come nel caso di altri tipi di ansia altri fattori possono giocare un ruolo, tra cui i seguenti:
- variabili ambientali e ambiente sociale;
- predisposizione genetica;
- il medico curante e la metodologia adottata per trattare l’abbandono;
- connessioni cerebrali (solo negli adulti) che fanno parte del bagaglio cognitivo dell’individuo.
Quando chiedere aiuto:
Senza terapia sia negli adulti che nei bambini, queste problematicità, possono rendere più difficile sviluppare relazioni sane e sicure e vivere una vita soddisfacente.
Chi soffre di questo disturbo dovrebbe cercare assistenza medica specialistica e nel caso di un bambino è necessario intervenire prontamente.
Per gestire l’ansia si può ricorrere agli esercizi di rilassamento muscolare.
Diagnosi:
La paura dell’abbandono non è una malattia. Come tale, un medico non può diagnosticare tali disturbi ad un paziente attraverso esami clinici di laboratorio.
Tuttavia, i medici specialisti, gli psicologi e gli psichiatri sono in grado di capire quando un paziente soffre di disturbi d’ansia e se questa è riconducibile ad eventi luttuosi o di abbandono riconducibili nell’infanzia o nell’età adulta.
I medici possono diagnosticare un disturbo d’ansia attraverso un esame psicologico o verificando che i sintomi del paziente corrispondano a quelli indicati nelle linee guida mhGAP.
Un disturbo d’ansia nei giovani può anche essere diagnosticato da un medico specialista attraverso una serie di colloqui. In alcuni casi si può parlare di disturbo d’ansia da separazione.
Trattamento della sindrome dell’abbandono
La terapia cognitivo comportamentale è il punto di riferimento per trattare la paura dell’abbandono. Normalmente durante la terapia il paziente inizia con l’identificare le esperienze di abbandono per poi riconoscere la causa principale delle proprie paure.
Nella fase successiva la terapia cognitivo comportamentale fornisce gli strumenti al paziente per identificare i pensieri negativi o disfunzionali. Tali pensieri sono un costrutto mentale irrealistico e negativo che il paziente ha elaborato a seguito di un evento traumatico.
Il medico specialista insegna poi al paziente a sostituire questi pensieri disfunzionali con pensieri più sani e realistici.
Questo passaggio risulta essere molto delicato in quanto il paziente deve realmente convincersi che il nuovo modo di elaborare i pensieri sia effettivamente quello corretto e più ancorato alla realtà.
Durante la terapia il paziente può rivivere le perdite passate per ridurre la paura dell’abbandono.
Un terapeuta aiuta il paziente a ristabilire confini sani nelle relazioni interpersonali. I confini sani permettono agli individui di evitare la codipendenza, i comportamenti volti alla continua ricerca di compiacere gli altri e altre azioni che ostacolano la formazione di relazioni sane.
In alcuni casi se l’ansia di una persona è grave, un medico può prescrivere ansiolitici o antidepressivi. Questa soluzione normalmente è adottata dal medico per tamponare nell’immediato una situazione di grande disagio. Tuttavia questa è una soluzione a breve termine. Per superare i problemi e le paure nate da un evento di abbandono è indispensabile la terapia.
I bambini avranno bisogno di lavorare con uno psicologo infantile per affrontare la loro paura dell’abbandono. Possono farlo attraverso la terapia del gioco, l’arteterapia o la terapia familiare.
Come assistere qualcuno che ha difficoltà di abbandono
Aiutare qualcuno con problemi di abbandono potrebbe essere difficile, dato che spesso allontanano le persone quando si sentono minacciate o deboli.
Le seguenti strategie possono essere utili alle persone che assistono qualcuno che ha problemi di abbandono:
- Mantenete la vostra compostezza durante le conversazioni, specialmente quando l’altra persona tenta di suscitare una risposta – può darsi che stia “testando” la sua ipotesi che tutti la rifiutano.
- Evitate di fare pressione sulla persona per avere delle risposte e lasciate che si apra alle sue condizioni.
- Rispondete onestamente e informateli dell’impatto che le loro azioni hanno sugli altri.
Assistere i bambini
In generale per assistere un bambino che ha sperimentato l’abbandono è necessario:
- cercare l’assistenza di un professionista, poiché un intervento precoce offre le migliori possibilità di recupero;
- assicurarsi che i bambini sentano il nostro affetto;
- stabilire e seguire una routine quotidiana con il bambino – la regolarità può essere rassicurante;
- incoraggiate il giovane a comunicare le sue emozioni e ad esplicitarle in modo neutrale e non critico.
Come affrontare la paura dell’abbandono
Chi soffre di paura dell’abbandono deve imparare a gestire le proprie emozioni anche senza l’aiuto del medico è cioè quando il trattamento terapeutico è terminato.
Le tecniche più efficaci per gestire le emozioni sono:
- riconoscere i pensieri disfunzionali; quando il paziente è in stato ansioso a causa di pensieri negativi deve imparare a riformularli in pensieri razionali;
- prendersi cura di sé che si traduce in esercizio fisico regolare, dieta sana, riduzione dello stress e sonno adeguato;
- mantenere le relazioni con gli altri formando un forte gruppo di amici;
- stabilire tempo per hobby e attività piacevoli, sia da soli che in collaborazione con altri;
- rivolgersi al proprio medico se i sintomi tornano.
Probabilità di guarigione
Le prospettive di guarigione dalla paura dell’abbandono varia da individuo ad individuo sono diversi i fattori che determinano il successo: dall’ambiente sociale in cui si vive alla predisposizione genetica. In generale si riscontrano i maggiori tassi di guarigione quando il paziente ricorre al medico specialista appena si manifestano i disturbi e le ansie.
I bambini che sono stati abbandonati spesso crescendo soffrono di depressione. L’intervento precoce e tempestivo può aiutare a ridurre questa possibilità.
Dagli studi compiuti e dalla casistica raccolta si evince che adulti e bambini con una storia di abbandono e/o perdita possono sviluppare relazioni sane e avere una qualità di vita soddisfacente se hanno iniziato un percorso terapeutico nelle prime fasi di manifestazione del disturbo.
Conclusioni:
Le paure relative all’abbandono sono un tipo di ansia in cui un individuo sperimenta una grande paura di perdere i propri cari.
Inizia tipicamente nell’infanzia, ma può anche verificarsi nella maturità.
Gli individui che combattono con l’abbandono spesso hanno relazioni conflittuali; la codipendenza, la difficoltà di una reciproca fiducia nei rapporti e la predisposizione a distruggere le relazioni sono le principali manifestazioni.
La causa più comune dei problemi di abbandono è il trauma, come la morte o la perdita di una persona cara.
Il trattamento include tipicamente la terapia, durante la quale il medico curante ricerca la causa scatenante per poi seguire un processo di ristrutturazione del pensiero.
La terapia farmacologica non risolve i problemi; può essere usata all’inizio per tamponare la fase acuta.