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La sterilità maschile: prevalenza e classificazione
La sterilità nei paesi occidentali interessa circa il 15-18 % delle coppie. Si tratta di una disfunzione di coppia e non sempre è possibile capire quale dei due partner ne è responsabile (e se uno dei partner ne è chiaramente responsabile). Le cause della sterilità femminile sono (almeno in parte) ben conosciute: endometriosi, ovaio policistico, intossicazioni, disfunzioni ormonali. Bisogna però dire (come anche nei casi di infertilità maschile) che, non raramente, le cause non vengono pienamente riconosciute.
La sterilità maschile e lo Spermiogramma (s)
Per quanto riguarda la sterilità maschile o infertilità maschile (IM), l’analisi del seme (Spermiogramma) (S), sia da un pdv qualitativo che quantitativo è largamente usata come marker biologico di sterilità. In realtà lo S non è del tutto predittivo delle reali condizioni di fertilità del maschio, ma dà delle indicazioni circa il potenziale della fertilità di un uomo. Inoltre l’analisi del seme presenta delle variabilità nel tempo (ed è operatore dipendente). Da un pdv epidemiologico non vi sono numeri certi circa la prevalenza della sterilità maschile. Essa dipende anche dalle zone geografiche interessate. Secondo vari studi la sterilità maschile varia dal 30 al 50% di tutti i casi di sterilità, risultando quindi una componente significativa della sterilità globale.
Classificazione della sterilità maschile:
vi è circa il 30% dei casi, nei quali non si riesce ad identificare la causa della sterilità (nel maschio). Per il rimanente le cause principali sono rappresentate dal VARICOCELE (in genere a sinistra, anche se vi sono dei varicoceli bilaterali), testicoli RITENUTI, presenza di AUTOANTICORPI ( malattia auto-immune), IPOGONADISMO ( cioè ridotta funzione testicolare, su svariate basi – genetica, idiopatica o disendocrina, fra cui ricordiamo la sindrome di Klinefelter); TUMORI ( primitivi ai testicoli oppure da infiltrazione di Linfomi/Leucemia); OSTRUZIONE a livello delle vie seminali (esempio ai deferenti…); ABUSO di sostanze varie (alcool, droghe, tabacco ecc…); INFEZIONI del tratto genito-urinario, cosiddette infezioni seminali (a livello di epididimi, prostata, vescicole seminali).
Le cause più frequenti nella pratica clinica (almeno nel mondo occidentale) sembrano essere le infezioni seminali, il varicocele (per lo meno quelli significativi), l’abuso di sostanze e lo stile di vita. Ma dobbiamo ricordare che molti sono i casi in cui non si riesce a trovare una causa.
In genere i maschi infertili presentano quella che viene chiamata Oligo – Asteno – Terato spermia (OAT), cioè presentano spermatozoi ridotti di numero, lenti come movimento e di forma alterata. Vi possono naturalmente essere delle Oligo, Asteno e Teratospermie isolate. Vi sono poi gli Azoospermici (pochi) in cui non si trovano spermatozoi nel liquido seminale (per ragioni ostruttive oppure nelle gravi atrofie testicolari). Vediamo ora come interpretare uno S
LO SPERMIOGRAMMA: interpretazione
L’analisi dello sperma è un test importante per lo studio delle coppie infertili. Quindi è opportuno, anche da un punto di vista etico, conoscere le caratteristiche dello sperma del partner. Tuttavia questo esame non è un fattore predittivo di valore assoluto, ma va interpretato.
Le Linee Guida del WHO (World Health Organization) sull’analisi dello sperma sono basate su percentili, costruite su un gruppo di uomini che hanno generato figli entro un anno di tempo. Il percentile più basso accettabile è ritenuto essere il 5%. Si ritiene raccomandabile astenersi dall’attività sessuale da 3 a 5 giorni prima del Test. E’ opportuno usare un piccolo recipiente fornito dal Laboratorio, in quanto alcune sostanze possono essere tossiche per gli spermatozoi. Si considerano sia i parametri macroscopici che microscopici.
Fra i primi, il volume che deve essere fra 1,5 e 6 ml. Il colore è madreperlaceo, la presenza di sangue (emospermia) indica in genere una infiammazione della prostata e delle vescicole seminali (più raramente l’emospermia è espressione di patologie più serie). Lo sperma (cioè il materiale proveniente dai testicoli ) , è solo una piccola parte dell’eiaculato ( che è formato in gran parte da liquidi di provenienza prostatica e dalle vescicole seminali). Il pH dovrebbe essere fra 7 e 8. Lo sperma, che all’inizio appare gelatinoso, si liquefa entro circa 20 minuti (la ritardata liquefazione può indicare problemi prostatici).
Parametri microscopici nella sterilità maschile: la concentrazione degli Spermatozoi deve essere almeno 15 milioni / ml (percentile 5% – nell’uomo fertile vi sono spesso dei valori molto superiori). Si parla di oligo-zoospermia per indicare un numero di Spermatozoi ridotto. L’Azoospermia indica mancanza di Spermatozoi e può dipendere da una ostruzione in un punto delle vie seminali, da ipogonadismo o anche da fattori genetici (raro). Si distingue cioè una Azoospermia ostruttiva e una secretoria.
La mobilità degli Spermatozoi è un altro parametro importante. La mobilità (progressiva e non progressiva) deve essere almeno il 40% entro 60 min dalla raccolta. La ridotta mobilità viene detta Asteno-zoospermia. Infine deve essere considerata la Morfologia degli spermatozoi. Dobbiamo tener presente che le forme abnormi sono moltissime e che le forme normali devono essere almeno il 5%. Al di sotto di questo valore si parla di Terato-zoospermia.
Spesso gli uomini infertili hanno una Oligo-Asteno-Teratozoospemia (OAT)
Un’ altra componente da considerare nell’analisi del liquido spermatico (S) è la concentrazione di Leucociti: se è al di sopra di 1 milione/ml si ha una Infezione delle vie seminali (che può essere causa o concausa di sterilità). In questi casi può essere giustificata una terapia antibiotica adeguata, o sulla base di un Antibiogramma se spermiocultura o urinocoultura positive, oppure su base empirica scegliendo un antibiotico ad ampio spettro. A questo proposito si ricorda che recentemente il Ministero della Salute ha emesso un avvertimento circa i possibili eventi avversi derivati dall’assunzione di Chinolonici, per i quali si consiglia cautela. Il parere di chi scrive è che una terapia antibiotica in questi casi ha una logica se vogliamo migliorare il grado di fertilità di uno S, non per la presenza in sé di una carica batterica (anche se significativa), soprattutto in assenza di sintomi imputabili in qualche modo ad una prostatite.
Le armi a disposizione da un pdv terapeutico, in caso di sterilità maschile, non sono moltissime: miglioramento dello stile di vita, astensione dall’assunzione di sostanze tossiche, trattamento di un ev varicocele, trattamento delle infezioni seminali, Integratori a base di svariate sostanze che possano migliorare il trofismo degli spermatozoi (fra queste ricordo ad esempio la Maca peruviana). Si consiglia in generale di chiedere parere di un Centro di PMA (procreazione medico assistita), per scegliere le modalità più adeguate di trattamento.
Autore:
Prof. Franco Fanciullacci
Cv: Specializzazione in Urologia , Specializzazione in Chirurgia Pediatrica conseguita presso l’Università degli Studi di Milano ,
Esperienze lavorative: Esperienza quarantennale in tutti i campi dell’urologia, sia funzionale che organica.
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