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INDICE
- Cistiti e Prostatiti: Cosa Sono
- Cistiti e Prostatiti: Quali sono le Cause
- Cistiti e Prostatiti: Quali sono i Sintomi
- Cistiti e Prostatiti: Qual è la Diagnosi e Quali sono le Cure
Cistiti e Prostatiti: Cosa Sono
La cistite è un’infiammazione delle basse vie urinarie che colpisce la vescica, l’organo deputato ad accumulare l’urina prodotta dai reni, e che comporta disturbi nella minzione e nella vita sessuale. Nello specifico il processo infiammatorio si sviluppa a carico della mucosa vescicale e muscolare.
E’ una patologia che affligge soprattutto i pazienti di sesso femminile, e ciò a causa delle differenti caratteristiche anatomiche rispetto ai pazienti di sesso maschile.
Ed invero, l’uretra nelle donne, un piccolo tubicino attraverso il quale l’urina viene espulsa dalla vescica all’esterno, ha dimensioni minori che negli uomini. La brevità dell’uretra femminile (circa 3-4 cm), e la sua vicinanza alla vagina e al retto, costituiscono maggiori fattori di rischio e comportano un’elevata incidenza della cistite nelle donne.
Si stima che più della metà delle donne manifesti almeno un episodio di cistite nel corso della vita. L’incidenza della patologia in età prepuberale è estremamente bassa. I soggetti più a rischio sono le donne tra i 20 e i 40 anni di età, e tra queste quelle in gravidanza presentano una predisposizione maggiore a sviluppare la malattia.
Con l’aumentare dell’età della paziente, i casi di reinfezione sono più frequenti, e più si presentano ricadute più risulta facile che si verifichino nuovi episodi in futuro.
Nei pazienti di sesso maschile, invece, la cistite non è quasi mai una patologia isolata e singola, ma spesso è legata ad un ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica benigna) o ad una sua infiammazione, la c.d prostatite.
Vediamola.
La prostatite è l’infiammazione della ghiandola prostatica, nonché talvolta delle zone limitrofe.
Sappiamo che la prostata è un organo maschile a forma di castagna, posizionato appena sotto la vescica, davanti al retto e facente parte del sistema riproduttivo.
Attraverso la prostata decorre parte dell’uretra, che come abbiamo visto permette il passaggio dell’urina dalla vescica all’esterno.
La prostatite non è un ingrossamento della prostata, né tantomeno una forma di neoplasia: con tale termine, piuttosto, si indicano una serie di condizioni cliniche patologiche che colpiscono la prostata, e che sono contraddistinte da dolore durante la minzione e l’eiaculazione, dolore ai testicoli e alle zone limitrofe.
Si stima che il 50% degli uomini abbiano sofferto di prostatite almeno una volta nel corso della loro vita. La fascia di età maggiormente a rischio è quella che va dai 20 ai 40 anni di età. Pertanto, a differenza di altre malattie della prostata, la prostatite non è tipica dell’età avanzata. Tuttavia, nell’anziano tale disturbo è favorito dall’inserimento di cateteri urinari.
Cistiti e Prostatiti: Quali sono le Cause
Come ogni altra infiammazione alle vie urinarie, la cistite, è causata, principalmente, da batteri che dalle vie urinarie risalgono verso l’uretra (si ricorda che la cistite batterica non è contagiosa).
Attraverso l’esame microbiologico dell’urinocoltura, siamo in grado di scoprire quali microorganismi infettano la nostra vescica, mentre mediante l’antibiogramma possiamo scegliere il medicinale più idoneo a sconfiggere l’infezione.
La cistite può essere provocata sia da batteri di risalita di derivazione fecale, uretrale o vaginale (infezione ascendente), sia essere determinata da infezioni alle vie urinarie alte (in ogni caso l’urinocoltura sarà positiva).
Il processo infiammatorio che interessa la mucosa vescicale può essere di grado molto variabile, aspetto che dipende sia dalla virulenza dell’agente infettante che dalla resistenza dell’ospite.
La cistite, oltre che batterica, può essere di origine non batterica (in tal caso la urinocoltura sarà negativa), come avviene per la cistite da radioterapia o per la cistite di tipo interstiziale, anche se nella maggior parte dei casi il responsabile dell’infiammazione della vescica è un batterio, ed in particolare l’Escherichia coli.
Quali sono i Fattori di Rischio della Cistite?
I fattori che possono determinare l’ingresso dei batteri a livello vescicale sono:
- la stitichezza, in quanto i germi si moltiplicano e, attraverso i vasi linfatici, passano alle vie urinarie;
- la disidratazione, in quanto se si beve poco le urine sono più concentrate e si può verificare un dannoso assembramento di batteri;
- qualunque ostacolo allo svuotamento completo della vescica, come un calcolo renale;
- i frequenti rapporti sessuali;
- l’uso di sistemi contraccettivi che provocano l’alterazione dell’ecosistema vaginale, come il diaframma o la crema spermicida;
- l’uso indiscriminato di antimicrobici;
- la familiarità;
- l’uso di bagnoschiuma o saponi che irritano l’uretra;
- uno scarso igiene;
- l’uso della carta igienica, dopo la defecazione, da dietro in avanti, in quanto i germi in questa maniera possono entrare nell’uretra, il cui orifizio si trova davanti alla vagina;
- la distanza tra uretra e ano, più corta nelle donne che negli uomini;
- ritenzione prolungata di urina, in quanto più la stessa si trattiene più aumentano i batteri;
- il diabete, dal momento che tale condizione rende più difficoltoso per l’organismo superare altri problemi di salute;
- il deficit estrogenico delle donne in menopausa.
Come la cistite, anche la prostatite ha, nella maggior parte dei casi, un’origine batterica (anche in tal caso il batterio più frequentemente riscontrato è Escherichia coli, insieme al batterio appartenente al genere Proteus e Klebsiella).
Nello specifico, questo disturbo può presentarsi in due forme: la prostatite acuta e la prostatite cronica. Quella acuta solitamente è conseguente ad un’infezione batterica a carico della prostata, mentre quella cronica consiste nell’epilogo naturale di una prostatite acuta non curata.
Esiste poi una prostatite asintomatica, ed infine una prostatite di origine non batterica (c.d prostatosi), determinata probabilmente da fattori quali stress, ansia, disordini immunitari, malformazioni delle vie urinarie, stipsi od emorroidi, traumi sportivi o professionali ed abitudini sessuali scorrette.
Quali sono i Fattori di Rischio della Prostatite?
Come visto, la malattia spesso si associa all’ipertrofia prostatica benigna, dal momento che l’ingrossamento della prostata può innescare processi infiammatori ed infezioni, e ciò a causa dell’alterazione del flusso urinario e del ristagno di urine.
Altri fattori che possono provocare un processo infiammatorio a carico della prostata sono:
- il recente inserimento di un catetere in vescica;
- una biopsia della prostata;
- la fimosi, ossia un restringimento anomalo del prepuzio;
- un restringimento del collo vescicale;
- agenti che provocano malattie sessualmente trasmissibili;
- funghi, virus dell’apparato genitale, parassiti, stafilococchi e streptococchi;
- mancanza di sollecitazione muscolare della regione prostatica;
- familiarità;
- trauma della regione pelvica (ad esempio, guidare per molte ore);
- fumo;
- eccessivo consumo di alcolici;
- bere poca acqua;
- l’immunodepressione (due cause rilevanti della stessa sono l’AIDS e il diabete);
- l’orchite, ossia l’infiammazione di uno o di entrambi i testicoli;
- prolungata astinenza sessuale;
- emorroidi o stitichezza.
Cistiti e Prostatiti: Quali sono i Sintomi
La cistite è comune sia nei bambini che nei pazienti adulti di sesso maschile e femminile.
Tuttavia, mentre negli adulti è accompagnata da una serie di sintomi particolari, che a breve esamineremo, nei pazienti più giovani e nei lattanti i segnali del disturbo sono meno specifici, al punto che, spesso, la febbre risulta essere l’unica avvisaglia.
Nel 50% circa dei casi di cistite nei bambini, è presente un flusso anormale a ritroso dell’urina (reflusso), dalla vescica alle uretere e poi verso i reni: tale condizione viene denominata reflusso vescico-ureterale, e si riscontra dalla nascita.
Passiamo ora ai sintomi più comuni nei pazienti adulti:
- dolore e bruciore durante la minzione, talvolta accompagnato da brividi di freddo (stranguria);
- difficoltà saltuaria o continua nell’urinare (disuria);
- frequente e anomalo bisogno di urinare (pollachiuria);
- urina dall’aspetto torbido, a volte contenente sangue (ematuria) e dall’odore forte;
- dolore muscolare nella zona pelvica e, negli uomini, anche rettale;
- sensazione di malessere.
Generalmente, la cistite non provoca febbre. Se la temperatura corporea supera i 38° è possibile che l’infezione si sia propagata alle alte vie urinarie.
Parliamo ora dei sintomi della prostatite.
Sappiamo che la comunità scientifica ha individuato quattro tipi di prostatite:
- la prostatite batterica acuta, insorge improvvisamente e dura poco;
- la prostatite batterica cronica, si sviluppa lentamente e dura a lungo;
- la sindrome del dolore pelvico cronico, è la forma più frequente di prostatite e allo stesso tempo la meno compresa;
- la prostatite infiammatoria asintomatica.
Normalmente, tranne nei casi di prostatite asintomatica, nei quali il paziente non presenta alcun sintomo e l’infiammazione regredisce spontaneamente, nelle altre forme elencate ricorrono dei segnali, alla comparsa dei quali è bene rivolgersi ad un medico specialista.
Tra questi troviamo:
- dolore, anche severo, a pene, testicoli, ano, schiena e basso addome;
- difficoltà di avvio della minzione;
- dolore muscolare nella parte bassa dell’addome;
- insolita e aumentata frequenza della minzione;
- bisogno di urinare durante la notte (nicturia);
- dolore uretrale durante e dopo la minzione;
- urgenza della minzione;
- getto urinario debole ed intermittente;
- incapacità di svuotare completamente la vescica;
- febbre;
- perdite di liquido denso dal pene;
- sensazione di malessere generale;
- dolore durante e dopo l’eiaculazione;
- sangue nello sperma;
- nausea e vomito.
Cistiti e Prostatiti: Qual è la Diagnosi e Quali sono le Cure
Il medico specialista, dopo aver analizzato i sintomi riportati dal paziente, per avere una diagnosi certa di cistite procede con l’urinocoltura.
Se dall’urinocultura risulta una concentrazione di batteri superiore a 100.000 per ml, molto probabilmente siamo in presenza di un caso di cistite.
Dopo l’urinocoltura, il medico effettua un antibiogramma, un esame per verificare la resistenza della colonia batterica ai vari tipi di antibiotici, nonché un’ecografia di tutto l’apparato urinario.
Se le cistiti sono ricorrenti sarebbe preferibile effettuare anche gli esami urologici, ginecologici, gastroenterologici ed endocrinologici, data la natura multifattoriale dell’infezione.
Per curare la cistite il medico specialista consiglia di seguire una serie di raccomandazioni, tra le quali:
- bere molti liquidi, rimedio che favorisce la diluizione batterica;
- eseguire un’accurata igiene intima, con un movimento che dall’avanti procede all’indietro e non viceversa;
- eseguire un’accurata igiene intima dopo ogni rapporto sessuale;
- alcalinizzare le urine, con sostanze come il bicarbonato di sodio;
- praticare esercizio fisico regolare e costante per potenziare le difese immunitarie;
- preferire un abbigliamento di cotone rispetto alle fibre sintetiche, rimedio questo che consente una maggiore traspirazione;
- non utilizzare gli assorbenti interni;
- non esagerare con le lavande vaginali;
- non utilizzare spray profumati vaginali;
- bere succo di mirtillo, mangiare tanta frutta e verdura, assumere fermenti lattici in caso di cura antibiotica prolungata, evitare caffè, cioccolato, spezie, peperoncino, formaggi stagionati, salse, alimenti ricchi di grassi, fritture, aceto e alcolici.
Per quanto riguarda le terapie farmacologiche, queste consistono in farmaci antidolorifici e antispastici, oltre a farmaci antibiotici per eliminare il batterio responsabile dell’infezione nei casi di urinocoltura positiva.
E’ di estrema importanza non sospendere, senza una precisa indicazione da parte del medico, la somministrazione della terapia antibiotica, in quanto tale comportamento potrebbe compromettere fortemente la guarigione, aumentando la possibilità di recidive.
Per quanto concerne la prostatite, per identificarne la forma specifica, è necessaria una diagnosi accurata, che parta dall’esame obiettivo e da un’attenta anamnesi, per poi passare all’esplorazione rettale digitale e alla palpazione dei linfonodi inguinali, arrivando, infine, al test sul sangue, su campioni di sperma (spermiocoltura) e liquido prostatico, all’urinocoltura, all’ecografia dell’apparato urinario, al tampone uretrale e al test urodinamico.
Il trattamento, che può durare anche qualche mese, varia in base alle cause e alle caratteristiche dell’infiammazione, pertanto, se ad esempio, siamo in presenza di una prostatite di origine batterica, il medico deve pianificare un’idonea terapia antibiotica, accompagnata da antinfiammatori.
In difetto la malattia può, certamente, evolvere in pelviperitonite o in setticemia.
Infine, risulta opportuno accompagnare la terapia con un’adeguata alimentazione, seguendo le medesime raccomandazioni espresse per i casi di cistite.
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