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En Gocce: posologia, controindicazioni, effetti collaterali
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EN gocce, a base del principio attivo Delorazepam, è un ansiolitico che appartiene alla categoria farmacologica delle benzodiazepine, sostanze che da alcuni decenni sono conosciute e utilizzate in tutto il mondo. Grazie agli sviluppi della farmacologia e della fisiologia, i meccanismi di azione delle benzodiazepine, così come il suo principio attivo, sono oggi ampiamente conosciuti e compresi.
Le benzodiazepine sono generalmente ben tollerate ma gli effetti collaterali possono in alcuni casi portare alla morte in pazienti anziani, oppure con gravi patologie ai polmoni, al fegato o con disfunzioni respiratorie.
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AnsiaLe benzodiazepine possono essere classificate in base alla loro emivita plasmatica, cioè in base a quanto dura l’azione del farmaco.
Possono avere emivita breve (fino a 4 ore), intermedia (fino a 24 ore) o lunga ( fino a 4 giorni).
L’uso di en – delorazepam – gocce deve essere prescritto dal medico curante che deve valutare bene i rischi e i benefici, specialmente nei pazienti ad alto rischio.
A cosa serve
EN gocce, a base del principio attivo Delorazepam, è un ansiolitico che appartiene alla categoria farmacologica delle benzodiazepine, sostanze che da alcuni decenni sono conosciute e utilizzate in tutto il mondo. Grazie agli sviluppi della farmacologia e della fisiologia, i meccanismi di azione delle benzodiazepine, così come il suo principio attivo, sono oggi ampiamente conosciuti e compresi.
Il trattamento con l’EN (gocce o compresse) dovrebbe essere prescritto solo quando il disturbo del paziente è grave o disabilitante, il trattamento non dovrebbe superare le 8 – 12 settimane, non deve essere prescritto in caso di uso di droghe e alcool e ricordiamo presenta un rischio elevato di provocare dipendenza. Ricordiamo che la combinazione con oppiacei aumenta drasticamente il rischio di esiti fatali cardiovascolari o respiratori.
Il paziente che assume EN dovrebbe essere attentamente monitorato, il periodo di cura non deve superare le 8 – 12 settimane compreso un periodo di sospensione graduale.
Qual’è la posologia?
In medicina generale diluite in mezzo bicchiere di acqua: 13-25 gocce per 2/3 volte al giorno. In neuropsichiatria 25-50 gocce per 2/3 volte al giorno. Nel trattamento dell’insonnia, la sera prima di coricarsi si assumono 13-24 gocce: nella cura del sonno con EN gocce non deve superare le due/quattro settimane. Nei casi più semplici possono bastare pochi giorni con la dose minima. Si raccomanda di iniziare il trattamento con la dose più bassa consigliata. La posologia va però modulata dal medico curante sulla base della valutazione del paziente, ricordiamo che persone con patologie cardiache, epatiche, renali o con insufficienza respiratoria sono maggiormente esposti agli effetti collaterali dell’EN gocce.
Effetti collaterali
Tutte le benzodiazepine, specialmente in pazienti anziani, o lungo – trattati possono avere effetti collaterali che si manifestano come handicap cognitivi: fra questi confusione, depressione, disturbi della memoria (amnesia difficoltà di concentrazione, rallentamento ideomotorio, apatia) e sintomi fisici come: irrequietezza psicomotoria, tachicardia, tremore, sintomi simil-influenzali anterograda, eccessiva sedazione, disturbi della coordinazione. In particolare nei pazienti anziani questi rischi sono collegati alla possibilità di cadute con conseguenze anche gravi.
Questi effetti collaterali a carico del sistema cognitivo sono più evidenti in soggetti anziani per il fatto che l’età avanzata riduce la capacità e la velocità di eliminare farmaci come le benzodiazepine provocando un accumulo tossico del farmaco.
L’En crea dipendenza?
Con il termine dipendenza si indica la condizione che deriva dall’aver assunto un determinato farmaco per un certo periodo di tempo. In tali evenienze risulta difficile staccarsi dal farmaco, sia per via degli effetti da sospensione, sia per la convinzione che senza il farmaco non si possa riuscire a condurre una vita normale.
In ogni caso la sospensione drastica di EN gocce, così come una sua assunzione sconsiderata, vengono fortemente sconsigliate. Ed invero, così operando, si possono generare disturbi fisici e psichici ancor più ostinati di quelli di partenza, come l’astenia, la depressione, l’insonnia, l’ansia da rimbalzo (effetto rebound), nonché il cosiddetto effetto paradosso.
In medicina si parla di effetto paradosso quando si verificano effetti indesiderati in seguito ad una assunzione prolungata di un farmaco.
Si parla, invece, di ansia da rimbalzo nei casi di sospensione improvvisa del farmaco: l’organismo, ad esempio nel caso di EN gocce, reagisce allo psicofarmaco provocando insonnia grave, continui risvegli nel corso della notte, palpitazioni, problemi al tratto gastro intestinale, vertigini, ansia, irritabilità, dolori muscolari, mal di testa.
Gli effetti finanzi elencati, consistenti proprio nel disturbo che si voleva scongiurare con l’assunzione del farmaco, possono essere evitati attenendosi scrupolosamente alle indicazioni del medico, operando una lenta diminuzione del dosaggio giornaliero. Senza mai risalire.
E anche vero che finalmente tutta la classe medica ha compreso che le bendoziazepine, se si vogliono ridurre al minimo le reazioni paradosse, vanno prescritte per periodi molto brevi e non devono mai essere utilizzate come unico trattamento per gli stati depressivi – ansiosi.
Perché Delorazepam non può essere l’unico farmaco per la depressione?
Perché Delorazepam è un farmaco il cui principio attivo è di tipo non curativo ma solo sintomatico, dà sollievo al paziente ma ha effetti importanti per esempio sulla memoria (abbiamo detto che sono effetti reversibili). Al contrario gli antidepressivi sono anche curativi.
In ragione di quanto affermato, nel momento in cui viene sospeso EN gocce e la depressione non viene curata con un altro farmaco, il paziente si trova nell’identica condizione di prima della cura con EN gocce, con l’aggravante di avere sviluppato una dipendenza psicologica (la dipendenza fisica si può evitare riducendo il dosaggio di EN gocce, seguendo la regola della discesa lenta e metodica, senza mai risalire nel numero di gocce).
Alla luce di quanto considerato, volendo rispondere alla domanda che dà il titolo al paragrafo, sì, EN gocce, come tutti gli ansiolitici, crea dipendenza. Tuttavia, come più volte ribadito, tale effetto può essere arginato seguendo, con rigore, le indicazioni del medico curante, in quanto è l’uso inadeguato della sostanza che porta alla tolleranza e poi alla dipendenza da EN gocce.
L’uso delle benzodiazepine nei bambini: rischi ed effetti collaterali
Nei bambini, mentre alcuni stati d’ansia rappresentano un aspetto fisiologico della crescita, altre manifestazioni diventano così estreme da dover essere curate mediante un’apposita terapia cognitivo-comportamentale, nonché ricorrendo alla somministrazione di un farmaco apposito.
Solitamente, per il trattamento a lungo termine, si ricorre ad un farmaco inibitore della ricaptazione della serotonina, ma nei casi più acuti, per trovare immediato rimedio per la sintomatologia, si fa uso delle benzodiazepine, tra le quali EN gocce.
E’ bene precisare che, in età pediatrica, l’uso/abuso di farmaci in generale, ed in particolare di psicofarmaci è un comportamento certamente rischioso per la salute del bambino.
Tra i maggiori effetti collaterali a cui si può andare incontro troviamo:
– disturbi gastrointestinali;
– reazioni allergiche;
– tremore;
– sedazione;
– problemi a carico del cuore;
– comportamenti aggressivi, violenti;
– autolesionismo;
– manie, psicosi, ansia, depressione;
– delirio, allucinazioni;
– disfunzioni sessuali;
– movimenti involontari;
– tendenze suicide ed omicide.
Diversi studi condotti sull’argomento testimoniano che somministrare antidepressivi a soggetti in età pediatrica, raddoppia il rischio di sviluppare comportamenti aggressivi e di suicidio.
In linea generale l’uso delle benzodiazepine in età pediatrica dovrebbe avvenire solo come ultimissimo rimedio, in maniera sempre molto oculata e non dovrebbe mai rappresentare una scorciatoia per la risoluzione del problema.
L’uso delle benzodiazepine negli anziani: rischi ed effetti collaterali
Si tiene sin da subito a precisare che, ad oggi, gli studi disponibili circa gli effetti delle benzodiazepine sugli anziani, sono decisamente scarsi.
Sappiamo che dopo i 65 anni, l’uso delle benzodiazepine, specie all’inizio del trattamento, può causare un inasprimento dei sintomi d’ansia per i quali si sta assumendo il farmaco.
Tra gli altri, uno dei maggiori effetti collaterali derivanti dall’uso di psicofarmaci in età avanzata è l’acatisia, ossia uno stato di irrequietezza motoria determinato da una severa rigidità muscolare, che non permette al soggetto di rimanere, anche solo pochi secondi, nella stessa posizione.
Inoltre, spesso può succedere che la risposta di un soggetto anziano allo psicofarmaco non è la stessa che si ottiene in un soggetto mediamente giovane. Questo dipende dalla ridotta capacità di sintesi di alcuni neurotrasmettitori presenti nel farmaco.
Ancora, la probabile presenza di patologie a carico di fegato e reni che si sviluppano nei soggetti anziani, può alterare ulteriormente la risposata alle benzodiazepine.
Non va poi dimenticato che spesso in età senile il soggetto è in cura con altri farmaci che, in associazione agli ansiolitici, possono aumentare il rischio di sviluppare complicanze a causa delle eventuali interazioni.
Un aspetto da non trascurare poi, riguarda il ridotto tasso di eliminazione degli psicofarmaci dall’organismo del soggetto anziano a causa del minore flusso ematico renale. L’ansiolitico e il suo principio attivo rimane in circolo per diverso tempo prima di essere smaltito. Ciò non determina un maggiore assorbimento dello stesso da parte del soggetto, ma, all’opposto, una scarsa risposta farmacologica. E questo a causa delle ridotte concentrazioni plasmatiche presenti nell’organismo dell’anziano.
I maggiori effetti indesiderati che derivano dall’uso delle benzodiazepine negli anziani molto spesso consistono in un’accentuazione dei loro caratteri farmacologici.
Tra questi troviamo:
– sedazione, stati confusionali, disinibizione comportamentale, stati di agitazione notturna;
– depressione respiratoria;
– tossicità cerebellare, la quale può accentuare il rischio di cadute e quindi fratture;
– riduzione delle prestazioni cognitive e psicomotorie;
– astenia;
– vertigini;
– ipotensione.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Le benzodiazepine e quindi Delorazepam inducono sedazione, sonnolenza, amnesia, alterazione della concentrazione e della funzione muscolare. Effetti, questi ultimi, che certamente aumentano la loro rilevanza in determinate circostanze, quali la guida di un veicolo o l’uso di un certo macchinario, e che possono presentarsi in maniera più o meno accentuata in base al tempo di ingestione del farmaco, alla sensibilità individuale e alla dose.
La riduzione dei riflessi e dei livelli di concentrazione risulta ancora maggiore se si sta assumendo un farmaco ansiolitico per la prima volta.
Per tali ragioni il paziente deve sicuramente essere avvisato: finché la risposta al farmaco in termini di effetti non si manifesta, è preferibile non guidare od usare macchinari.
Si precisa che l’eventuale effetto di sedazione indotto dal farmaco aumenta in maniera esponenziale se la durata del sonno è insufficiente.
EN gocce può essere assunto in gravidanza?
Studi clinici americani dimostrano che se si assume Delorazepam durante il primo trimestre di gravidanza si hanno poi malformazioni cardiache, dimorfismo facciale, anomalie gastrointestinali, e cardiache. Altri studi però non riportano un minore livello di incidenza di tali problematiche in pazienti non trattate. Riportiamo che tutte le benzodiazepine sono però farmaci con elevata liposolubilità, la quale determina la capacità di attraversare la barriera emato-placentare e di accumularsi nei tessuti fetali.
EN gocce assunto nel secondo e terzo trimestre è associato a distress neonatale con ipotonia, ipotermia, cianosi, distress respiratorio, transitorie alterazioni comportamentali, basso peso, basso indice di Apgar alla nascita e parto pretermine.
Controindicazioni
– Ipersensibilita’ alle benzodiazepine o ad uno degli eccipienti;
-Miastenia Gravis;
– grave insufficienza respiratoria, potenzialmente fatale;
– grave insufficienza epatica;
– sindrome da apnea notturna;
– angioedema a carico della lingua, la glottide, la laringe;
– glaucoma ad angolo stretto.
Inoltre, è fortemente sconsigliata la terapia con EN gocce in pazienti con intossicazione acuta da alcool o da farmaci ipnotici, analgesici, antidepressivi o antipsicotici.
Infine, il farmaco è controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.
Interazioni di EN gocce con farmaci e altre sostanze
Le interazioni tra farmaci sono modificazioni dell’effetto del farmaco dovuto all’uso recente o contemporaneo di altri farmaci, all’uso di integratori alimentari o di determinati alimenti.
Tale interazione può provocare un aumento o una diminuzione dei farmaci predetti. Quello che si può verificare sono effetti avversi o un’inefficacia terapeutica.
In considerazione di quanto detto è bene conoscere, nello specifico, le possibili interazioni di EN gocce con farmaci e altre sostanze.
In primis, è sicuramente opportuno evitare di assumere alcool durante il trattamento farmacologico con EN gocce, in quanto ne aumenta l’effetto sedativo, incidendo, come visto, sulla capacità di guidare veicoli e macchinari.
Si registrano, inoltre, associazioni con agenti depressori del SNC: l’effetto depressivo centrale puo’ essere accresciuto nei casi di uso concomitante con antipsicotici (neurolettici), ipnotici, ansiolitici/sedativi, antidepressivi, analgesici narcotici, antiepilettici, anestetici e antistaminici sedativi. Nel caso degli analgesici narcotici puo’ avvenire un aumento dell’euforia, conducendo ad un aumento della dipendenza psichica.
Il medico deve valutare l’associazione con altri psicofarmaci. Composti che inibiscono determinati enzimi epatici (specialmente citocromo P450) possono aumentare l’attivita’ delle benzodiazepine. In grado inferiore, questo si applica anche alle benzodiazepine che sono metabolizzate soltanto per coniugazione.
Inoltre, la somministrazione di farmaci quali le teofilline o le aminofilline può ridurre gli effetti di Delorazepam.
Sovradosaggio: Trattamento
Una dose eccessiva di Delorazepam, di norma, non costituisce un pericolo per la vita del paziente. Tuttavia potrebbe diventarlo nel caso di assunzione contemporanea di alcool o di altri deprimenti del sistema nervoso centrale.
In caso di sovradosaggio il paziente può inizialmente avvertire un annebbiamento delle facoltà sensoriali ed intellettive, sino ad arrivare, nei casi più estremi, al coma e alla morte.
Si ravvisano, pertanto, sintomi tra i quali sonnolenza, stanchezza, letargia, disturbi della visione. Sintomi che possono peggiorare in incoscienza, ipotensione, atassia, ipotonia, depressione respiratoria, sonno profondo.
Cosa fare in simili evenienze?
Come prima azione occorre contattare il medico e nei casi urgenti recarsi in ospedale.
Se il paziente è cosciente si dovrà indurre il vomito. Diversamente, si dovrà procedere con il lavaggio gastrico.
Nei casi in cui lo svuotamento dello stomaco non risulti sufficiente, l’uso di carbone attivo può aiutare a ridurre l’assorbimento del farmaco.
Se le condizioni risultano estreme è opportuno procedere con la somministrazione di un antidoto specifico per le benzodiazepine, il Flumazenil.
E’ di estrema importanza monitorare le funzioni respiratorie e cardiovascolari. Nei casi di ipotensione risulta utile la noradrenalina.
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