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Come calcolare i giorni fertili
Per calcolare i giorni fertili occorre, innanzi tutto, conoscere le fasi del ciclo mestruale: infatti, è in base a queste che possiamo scoprire quali sono i giorni in cui è più probabile rimanere incinta in seguito vedremo quali sono i sintomi gravidici.
Di solito si usa la parola ciclo per intendere i giorni di sanguinamento, in media 5 su 28. In realtà, il concetto di ciclo è collegato a tutto il processo che va dal primo giorno di mestruazione fino all’ultimo prima della mestruazione successiva.
- Le fasi del ciclo
- Calcolo dei giorni fertili in caso di ciclo irregolare
- Calcolare la temperatura basale
- Utilizzare test e stick
- Quali sono i primissimi sintomi gravidici
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Le fasi del ciclo sono tre:
- la fase follicolare, che inizia con l’arrivo delle mestruazioni ed in cui il progesterone in circolo è ridotto;
- l’ovulazione, in cui un ovulo maturo viene rilasciato dall’ovaio per essere fecondato;
- la fase luteale, che si conclude con l’arrivo delle mestruazioni.
Sappiamo che le mestruazioni cambiano da donna a donna, per durata, intensità e regolarità.
Tuttavia, indipendentemente da ciò, la fase luteale ha sempre la stessa durata di 14 giorni.
Quindi, per calcolare quando il nostro ciclo attraversa la fase dell’ovulazione, è sufficiente sottrarre i predetti giorni alla durata totale del ciclo. Cosicché, se questo mediamente dura 28 giorni, l’ovulazione si verificherà il quattordicesimo giorno.
E’ importante stabilire quando cade questo periodo, in quanto i giorni fertili arrivano proprio nel momento in cui la donna ha ovulato.
Parliamo all’incirca di cinque giorni, che comprendono un periodo che si estende da poco prima l’ovulazione a poco dopo la stessa.
Calcolo dei giorni fertili in caso di ciclo irregolare
Ovviamente, nel caso di cicli mestruali più lunghi o più corti dei 28 giorni menzionati, cambierà anche il periodo fertile.
In tale evenienza, essendo il ciclo irregolare, stabilire il periodo dell’ovulazione diventa più complesso.
Ciò che può aiutare nell’individuazione del periodo, è la comparsa di alcuni sintomi che indicano che si sta verificando l’ovulazione.
Tra questi si annoverano:
- aumento del desiderio sessuale;
- piccoli dolori alle ovaie;
- cambiamenti del muco cervicale, più abbondante e con una consistenza c.d. a chiara d’uovo;
- mutamenti nell’aspetto e nella consistenza del seno.
Tuttavia, questi sintomi possono, come non possono presentarsi, di modo che, se dovessimo affidarci solo a tale metodo, in molti casi non saremo in grado di calcolare i giorni fertili.
Fortunatamente, esistono altri metodi per calcolare il periodo dell’ovulazione, sicuramente più accurati.
Calcolare la temperatura basale.
La temperatura basale è la temperatura del corpo umano in stato di riposo.
La misurazione deve avvenire immediatamente dopo il risveglio, prima di alzarsi e compiere qualsiasi attività.
Affinché il risultato sia il più possibile attendibile, occorre utilizzare degli strumenti che garantiscano standard di precisione alti.
Si veda come, nella fase che precede l’ovulazione la temperatura basale risulti bassa. Invece, nella fase luteale, la temperatura aumenta di circa 0.2-0.5 gradi centigradi.
Da quanto detto emerge, tuttavia, che l’aumento della temperatura sta ad indicare la fine della fase ovulatoria: in sintesi, scopriamo la data dei giorni fertili una volta che questi sono terminati.
L’aiuto che può fornirci questo sistema casalingo, quindi, è limitato e, al massimo, consiste nella possibilità di acquisire la consapevolezza di come funziona il nostro corpo e di avere la certezza che si è verificata l’ovulazione.
Utilizzare test e stick
Tali prodotti riescono a calcolare il periodo fertile con estrema esattezza, in quanto rilevano la presenza degli ormoni responsabili dell’ovulazione.
In sintesi, possiamo stabilire che, di norma, in caso di ciclo regolare di 28 giorni, la prima settimana dopo il ciclo non si è fertili; idem nella seconda settimana, anche se verso la fine della stessa inizia un periodo che va ad avvicinarsi al momento di maggiore fertilità, ovvero la terza settimana.
Infine, abbiamo la quarta settimana che è quella che precede le mestruazioni, in cui non si è più fertili, in quanto il processo di ovulazione ormai si è concluso.
Tenere un calendario
Se si è in cerca di una gravidanza, può risultare utile tenere un calendario dell’ovulazione: basta segnare la data di arrivo delle mestruazioni, andare avanti di 14 giorni e segnare in rosso i 4-5 giorni fertili, avendo cura di evidenziare in arancio anche i due giorni precedenti e successivi all’ovulazione, in quanto non possiamo essere certe sulla data esatta in cui la stessa si è verificata.
Oggi, infine, esiste una grande varietà di App per Apple e Android, con le quali possiamo monitorare l’ovulazione.
Quali sono i primissimi sintomi gravidici?
Quando l’ovulo viene fecondato, l’organismo e l’utero si preparano per accoglierlo. Si verificano una serie di cambiamenti ormonali, principali responsabili dei sintomi.
E’ bene precisare, sin da subito, che questi possono variare da donna a donna, e spesso possono venire confusi con i segnali di una semplice influenza o della sindrome premestruale.
Inoltre, possiamo scoprire di essere in dolce attesa anche se nessuna delle avvisaglie, meglio precisate in seguito, si dovessero inizialmente verificare.
Ed infatti, in alcuni casi i sintomi gravidici si presentano solo intorno al secondo-terzo mese di gravidanza.
Scopriamo, dunque, quali sono i primissimi sintomi gravidici (compaiono, generalmente dopo 15/20 giorni dal concepimento):
- amenorrea;
- stanchezza e sonnolenza: questo è proprio uno dei primissimi sintomi di gravidanza, che può presentarsi anche dopo una sola settimana dal concepimento. Ciò è determinato da una maggiore concentrazione dei livelli di progesterone.
- Stipsi o disturbi gastrointestinali: la dissenteria in gravidanza è frequente, in quanto gli ormoni possono influire sulla salute del nostro intestino, generando anche situazioni opposte di stitichezza.
- Mal di testa;
- tensione mammaria e prurito ai capezzoli;
- aumento dell’appetito e ricerca di determinati cibi;
- intolleranza verso certi cibi od odori che prima ci piacevano;
- dolori addominali e sensazione di gonfiore;
- nausea, preceduta da un’eccessiva salivazione: è certamente un segnale più comune alla gravidanza che non alla sindrome premestruale;
- sbalzi repentini d’umore;
- scarsa concentrazione;
- necessità di urinare spesso;
- labilità emotività;
- dolori alla schiena;
- spotting: sono le c.d. perdite da impianto, le quali, se accompagnate da una temperatura più alta del solito, indicano verosimilmente un inizio di gravidanza. Invece, se la temperatura si abbassa e le perdite si fanno più abbondanti, possiamo escludere, in linea di massima, di essere incinta.
In ogni caso, il modo migliore per capire se si aspetta un bambino è fare un test di gravidanza, in quanto sfiora un’affidabilità del 100% dopo solo pochi giorni di ritardo del ciclo.
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