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Che cos’è l’endometriosi intestinale?
L’endometriosi intestinale è una patologia benigna che ha origine dalla diffusione dell’endometrio, tessuto che ricopre l’utero, in sede intestinale.
L’endometriosi, oltre all’intestino, può riguardare:
- ovaie e salpingi;
- vescica;
- peritoneo della pelvi.
L’endometriosi è una patologia spesso cronica caratterizzata, durante la fase del ciclo mestruale, dallo sfaldamento del tessuto endometriale con conseguente, possibile, formazione di cisti e aderenze.
Gli argomenti trattati in questo articolo sono:
- Chiedi un consulto gratuito al ginecologo
- A che età si manifesta l’endometriosi intestinale?
- Perché viene l’endometriosi?
- Come distinguere il colon irritabile dall’endometriosi intestinale?
- Endometriosi intestinale: sintomi
- Come si cura endometriosi intestinale
- Quando operare l’endometriosi intestinale
- Endometriosi e gravidanza
- Menopausa
- Endometriosi, intestino e dieta
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Si ricorda che in nessun caso, visto la natura del servizio, questo può essere inteso come sostitutivo di una visita medica e del parere del proprio curante/specialista. Si ricorda inoltre che in caso di disturbi/malattia/sintomi gravi è necessario ed indispensabile ricorrere all’intervento medico nel più breve tempo possibile utilizzando la numerazione nazionale telefonica di emergenza oppure recandosi direttamente in PS. I tempi di risposta (via email) dipendono dal nr. di domande ricevute.A che età si manifesta l’endometriosi intestinale?
L’età in cui si manifesta l’endometriosi intestinale è generalmente intorno ai trent’anni, secondo i dati italiani tra i 25 e i 35 anni, o poco prima.
Perché viene l’endometriosi?
L’endometriosi intestinale è una forma patologica specifica derivata dall’endometriosi.
Le cause dell’endometriosi non sono del tutto chiare.
Sono state avanzate diverse teorie per spiegare le origini di questo fenomeno. La cosiddetta mestruazione retrograda sembra essere quella con la maggiore validità scientifica: gli impianti di endometriosi sarebbero causati dal riflusso di una parte del sangue mestruale nella cavità pelvica.
Questo, aderendo alle strutture presenti nella cavità pelvica, per esempio ovaie e intestino, darebbe il via alla cronicità del disturbo.
Altre ipotesi prevedono che l’endometrio venga trasportato dal sangue o dal sistema linfatico, il che spiegherebbe gli esempi, seppur rari, di localizzazione a distanza e la conversione spontanea di cellule del tessuto addominale in cellule endometriali.
Oltre a questo si ritiene che l’endometriosi intestinale possa avere una delle seguenti cause:
- genetica;
- infiammatoria;
- ormonale, legata al livello degli estrogeni.
Come distinguere il colon irritabile dall’endometriosi intestinale?
L’endometriosi intestinale può, in assenza di esami diagnostici, essere confusa, per la sintomatologia presentata, con la sindrome del colon irritabile.
Il segno più facilmente riconoscibile dell’endometriosi intestinale è dato dal peggioramento dei sintomi nel giorni precedenti e durante il ciclo mestruale, quando il tessuto endometriale si sfalda per effetto dell’azione degli ormoni.
L’endometriosi intestinale, a differenza della sindrome del colon irritabile, può presentarsi in due forme:
- superficiale: il tessuto endometriale ha colonizzato la superficie dell’intestino;
- profonda: il tessuto endometriale è penetrato nella parete intestinale.
L’evoluzione dei sintomi di un nodulo endometriosico rettale è normalmente il risultato dell’evoluzione dell’endometriosi da superficiale a profonda.
Il medico specialista può, per distinguere un colon irritabile dall’endometriosi intestinale, richiedere una serie di esami diagnostici, tra i quali:
- risonanza magnetica: dà un quadro preciso circa l’esistenza di tessuto endometriale, noduli endometriosici e l’infiltrazione di questi;
- clisma opaco: può essere utile nel determinare la localizzazione di aderenze o placche endometriali, ma non è in grado di dimostrare con precisione la profondità del coinvolgimento parietale;
- ecografia transvaginale: è l’esame di primo livello che, se positivo, richiede la conferma della diagnosi di endometriosi intestinale con altri esami diagnostici. È in grado di individuare la presenza di tessuto endometriale nel retto;
- laparoscopia diagnostica: viene effettuata con l’inserimento di uno strumento dotato di micro-telecamera tramite piccola incisione addominale. Utile per confermare la diagnosi endometriosi intestinale;
- tomografia assiale computerizzata (TAC): esame di seconda fascia per le donne fertili in quanto espone a radiazioni ionizzanti. Dà risultati sovrapponibili a quelli ottenuti tramite risonanza magnetica.;
- colonscopia: si tratta di un esame invasivo che richiede una preparazione che per alcuni può essere difficile da completare. Consente la visione diretta del colon e il prelievo di tessuto per la biopsia.
Endometriosi intestinale: sintomi
I sintomi dell’endometriosi intestinali dipendono dall’estensione e dal grado di infiltrazione della malattia. Una endometriosi intestinale superficiale può essere asintomatica o manifestarsi con lievi disturbi; un’infiltrazione profonda della malattia può portare a una sintomatologia invalidante.
I sintomi più comuni, comprensivi dei sintomi dell’endometriosi rettale, sono:
- dischezia, ossia dolore durante la defecazione o difficoltà a defecare;
- dolore addominale associato alla peristalsi intestinale;
- colite, un’infiammazione del colon che causa diversi disturbi addominali. Endometriosi e colite sono responsabili anche di gonfiore addominale;
- tenesmo;
- diarrea. Endometriosi e diarrea sono collegate dalla colite;
- occlusione intestinale;
- sindrome aderenziale: aderenze intestinali che l’endometriosi causa bloccando il transito intestinale;
- mestruazioni dolorose. Le mestruazioni abbondanti possono essere causa di endometriosi;
- dispareunia, ossia dolore pelvico durante i rapporti sessuali;
- fertilità alterata.
Come specificato i sintomi dell’endometriosi intestinale sono sovrapponibili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile ma facilmente distinguibili dal peggioramento in prossimità e durante il ciclo.
Come si cura l’endometriosi intestinale
La terapia dell’endometriosi intestinale è inizialmente di tipo conservativo, ossia mirata a contenere i sintomi.
Possono essere quindi utili farmaci che agiscono sulla motilità intestinale nel caso in cui il dolore sia associato alla peristalsi intestinale, antidolorifici per il controllo del dolore, favorendo il paracetamolo alla dose massima giornaliera per adulti di 3 grammi, e ormonali con la somministrazione di progesterone o della pillola contraccettiva per inibire la naturale produzione di estrogeni.
In mancanza di una regressione dei sintomi o di sintomi particolarmente invalidanti l’opzione terapeutica è chirurgica.
Quando operare l’endometriosi intestinale
L’intervento chirurgico si rende necessario quando la terapia conservativa fallisce e non è possibile contenere la sintomatologia dolorosa.
In particolare la presenza di occlusione intestinale o peritonite è motivo di urgenza chirurgica.
L’intervento chirurgico non impedisce che il processo possa ripresentarsi poiché l’endometriosi intestinale è la conseguenza di una “migrazione” di tessuto endometriale.
Le opzioni chirurgiche sono funzione della gravità dell’endometriosi intestinale e dell’estensione dell’area interessata.
La chirurgia per l’endometriosi intestinale
La chirurgia per l’endometriosi intestinale può essere fatta in laparoscopia o a cielo aperto. Sono possibili 3 diverse tipologie chirurgiche:
- anastomosi: si recide il tratto di intestino interessato e vengono unite le 2 estremità. La programmazione di questo intervento consente l’utilizzo della laparoscopia; effettuato in urgenza è a cielo aperto e comporta la creazione di una stomia;
- resezione discoide: per le aree poco estese di endometriosi intestinale si procede alla resezione delle stesse e quindi alla sutura del foro intestinale;
- rasatura: prevede la rimozione del tessuto endometriale tramite un apposito strumento chirurgico. La rasatura non consente la completa rimozione del tessuto endometriale poiché non tocca l’intestino.
La resezione intestinale per endometriosi è quindi una possibilità terapeutica che dipende dalla severità e dall’estensione della patologia.
Endometriosi e gravidanza
Circa il 30% delle donne che soffrono di endometriosi ha problemi a concepire.
La gravidanza avviene quando l’ovulo fecondato dallo spermatozoo dà origine allo zigote. L’endometriosi può rendere difficile la gravidanza perché:
- impedisce alle ovaie di rilasciare l’ovulo;
- può causare uno stato di infiammazione cronica con alterazione del quadro ormonale;
- impedisce all’ovulo di raggiungere le Tube di Falloppio dove dovrebbe essere fecondato;
- impedisce all’ovulo fecondato di attecchire all’utero.
La ricerca scientifica non ha dimostrato che l’endometriosi sia collegata a complicazioni o a rischi aggiuntivi durante la gravidanza.
Una piccola parte di studi afferma che l’endometriosi potrebbe aumentare il rischio di aborto spontaneo nel primo trimestre di gravidanza.
In particolare, in uno studio su 226 donne in gravidanza, 77 hanno avuto un aborto spontaneo entro i primi 3 mesi di gravidanza. Di queste 77 il 49% aveva una endometriosi lieve, il 27% moderata e il 24% grave. Sembrerebbe quindi che l’endometriosi lieve sia associata ad un maggiore rischio di aborto spontaneo rispetto all’endometriosi moderata e grave.
Per il cambiamento ormonale che interviene durante la gravidanza, di solito l’endometriosi intestinale tende a migliorare per poi, una volta ristabilito il quadro ormonale normale dopo il parto, ripresentarsi.
Menopausa
A causa della diminuzione dei livelli di estrogeni, l’endometriosi è spesso considerata una condizione di premenopausa e, come tale, i sintomi dell’endometriosi intestinale si risolverebbero dopo la menopausa naturale o iatrogena.
Tuttavia, nel corso degli anni, alcuni casi clinici hanno portato l’attenzione sulla possibilità di endometriosi ricorrente in post-menopausa.
È ormai noto che recidive o trasformazioni maligne dei focolai endometriosici possono verificarsi durante la post-menopausa.
La causa sarebbe imputabile al trattamento ormonale sostitutivo (TOS), normalmente utilizzato per alleviare i sintomi del climaterio nelle donne in post-menopausa e per prevenire la perdita ossea. La terapia ormonale sostitutiva quindi potrebbe riattivare l’endometriosi e innescare la trasformazione maligna in quelle che hanno sofferto di l’endometriosi in passato.
Per le donne che hanno sofferto di endometriosi intestinale o endometriosi rettale è difficile stabilire quale sia la terapia ormonale ideale in menopausa, visti i rischi associati all’inizio della stessa.
Endometriosi, intestino e dieta
Una dieta corretta riduce il processo infiammatorio a carico dell’intestino e può aiutare ad alleviare i sintomi dolorosi causati dalla endometriosi intestinale.
157 pazienti su 207, pari al 75%, oggetto di uno studio hanno visto un miglioramento significativo dei sintomi dolorosi adottando una dieta priva di glutine. La regressione dei sintomi ha richiesto mediamente 12 mesi.
La dieta per l’endometriosi intestinale deve, quindi, preferire questi alimenti:
- pesce ricco di acidi grassi omega 3 (pesce azzurro e salmone selvaggio);
- carni bianche di pollo, tacchino, agnello, selvaggina;
- verdura a foglia verde;
- riso nero o riso rosso integrale;
- olio di oliva;
- acqua: 1.5 – 2 litri al giorno.