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Tenterò una sintesi di quanto detto negli Articoli precedenti. Dunque le UTI sono molto frequenti, soprattutto nel sesso femminile. Sono dovute a germi che ci portiamo addosso e che, in genere, raggiungono la vescica risalendo lungo l’uretra. La brevità dell’uretra femminile spiega probabilmente la maggior frequenza delle UTI nella donna. Le UTI non vanno considerate (in genere) delle malattie sessualmente trasmesse.
Il batterio più frequentemente coinvolto è l’E. Coli ( seguito poi da altri germi come la Klebsiella, l’Enterococco, il Proteus ecc…).
Più spesso le UTI riguardano il basso tratto urinario e la sintomatologia , nella fase acuta, è quella tipica delle cistiti. Nell’uomo le UTI del basso tratto urinario spesso si identificano con le prostatiti (acute). Nelle UTI acute vi può essere febbre. I sintomi urinari irritativi e il dolore (in varie forme) costituiscono il grosso della sintomatologia.
Se le UTI riguardano l’alto tratto urinario si parla di pielonefriti e la malattia è più seria e richiede un trattamento più importante. Parleremo del trattamento in un altro Capitolo.
Ricordo solo che negli ultimi anni sono aumentati i ceppi batterici antibiotico-reistenti, a causa dell’uso indiscriminato di antibiotici che è stato fatto in questi decenni in tutto il mondo occidentale (e in Italia in particolare).
La diagnostica si basa sulla urinocultura , ma anche sull’esame delle urine, che deve essere sempre fatto per valutare il grado di leucocituria (cioè la presenza di globuli bianchi). La carica batterica è considerata significativa al di sopra di 10.000 colonie/ml di urina. Secondo alcuni, la carica batterica deve essere di almeno 100.000 colonie/ml. Ricordo (ma ci torneremo) che la cosiddetta Batteriuria asintomatica (cioè la presenza di germi nelle urine in assenza di sintomi e/o di leucociti) non deve essere trattata (se non in alcune particolari condizioni).
Vi sono poi le cosiddette UTI complicate che costituiscono un problema più serio. Sono UTI complicate quelle che si hanno in presenza di ritenzione cronica di urina (da IPB o da disturbi di svuotamento vescicale di altra natura), di calcolosi, di malformazioni, in presenza di catetere , le infezioni nosocomiali, quelle nel Diabete o in pazienti immunodepressi. Questi casi impongono a volte trattamenti d’urgenza, con antibiotici a largo spettro, mirati e con l’eliminazione , se possibile, dei fattori favorenti (se ci sono, come ad esempio una ostruzione urinaria).
In altri capitoli parleremo di terapie e di prostatiti/orchiti/uretriti.
Autore:
Prof. Franco Fanciullacci
Cv: Specializzazione in Urologia , Specializzazione in Chirurgia Pediatrica conseguita presso l’Università degli Studi di Milano ,
Esperienze lavorative: Esperienza quarantennale in tutti i campi dell’urologia, sia funzionale che organica.
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