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Opzioni per la terapia
Abbiamo visto nel Capitolo precedente come la castrazione (chimica) provoca una remissione (transitoria, ma non breve) del Pca metastatizzato o localmente avanzato. E può essere utile anche nel trattamento delle recidive dopo Chirurgia o Radioterapia. La castrazione chimica permette di effettuare (all’occorrenza) un trattamento intermittente. Cioè, sospendendo la terapia, si ha (lentamente) un ritorno a normali valori di Testosterone.
Quando il Pca è localizzato e in pazienti con buone aspettative di vita, si effettua un trattamento con intento radicale:
- o la Prostatectomia Radicale (PR)
- o la Radioterapia (RT).
Diciamo subito che i risultati di entrambi i trattamenti sono buoni. Secondo alcuni dati i risultati sia della PR che della RT sono sovrapponibili con un follow up a 10 anni. Secondo altri, i risultati della PR sarebbero leggermente migliori. Si parla comunque di una sopravvivenza Pca-specifica superiore al 90% (a 10 anni)!
Prostatectomia Radicale
La Prostatectomia Radicale consiste (come dice il nome) nell’asportazione di tutta la ghiandola prostatica, comprese le vescicole seminali. Il collo vescicale, opportunamente modellato, viene poi anastomizzato col moncone uretrale.
Si tratta di un intervento ormai di routine, ma delicato, che ha delle possibili complicanze intra e post-operatorie. Come sequele a distanza ricordo l’incontinenza urinaria (fino al 15% dei casi, anche in mani esperte) e l’impotenza. Quest’ultima dipende dal fatto che i nervi dell’erezione passano molto vicino alla prostata e quindi, in questo tipo di intervento spesso vengono lesionati. Cosa che non si verifica nella chirurgia dell’IPB (Ipertrofia Benigna), intervento nel quale si asporta solo una parte della prostata (quella interna o adenoma – v. Cap I°). Nella PR si può cercare di risparmiare i nervi dell’erezione stando molto vicino alla ghiandola prostatica (durante l’asportazione), ma così facendo il rischio oncologico aumenta e, quindi, conviene tentare questo tipo di intervento solo in casi selezionati.
Radioterapia
Alternativa alla Prostatectomia Radicale è la Radioterapia. In questi casi le radiazioni vengono convogliate, a piccole dosi in varie sedute, sulla prostata e sulle vescicole (e in alcuni casi anche sui linfonodi pelvici). Le moderne macchine permettono di centrare esattamente i tessuti da irradiare e quindi gli effetti avversi (proctite e cistite attiniche) sono (in genere) contenuti. Anche in questi casi si può avere impotenza, mentre l’incontinenza è (ovviamente) più rara.
Autore:
Prof. Franco Fanciullacci
Cv: Specializzazione in Urologia , Specializzazione in Chirurgia Pediatrica conseguita presso l’Università degli Studi di Milano ,
Esperienze lavorative: Esperienza quarantennale in tutti i campi dell’urologia, sia funzionale che organica.
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