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A differenza dell’IPB, il temibile (ma controverso) Tumore della prostata o Carcinoma prostatico (Pca) origina in genere dalla parte periferica e posteriore della ghiandola prostatica. E’ quindi una condizione completamente diversa dall’IPB, che non va considerata una condizione pre-tumorale. Questo è un concetto importante, infatti l’IPB e il Pca sono due condizioni distinte e l’una non è collegata all’altra. Molti soggetti possono avere entrambe le condizioni, così come un uomo operato per IPB ha le stesse probabilità di ammalarsi di Pca di un soggetto non operato. La Figura mostra l’anatomia del basso tratto urinario nell’uomo.
Il Tumore della Prostata (Pca): incidenza, epidemiologia e prevenzione
Negli Stati Uniti, a partire dalla fine degli anni’80/inizio anni ’90 ci fu un enorme aumento nella diagnosi (e nel trattamento) del PCA, dovuto al largo impiego del PSA (esame del sangue che misura la quantità di un enzima di origine prostatica –una proteina- che aumenta in occasione di malattie di varia natura a livello prostatico).
Dalla metà degli anni ’90 l’incidenza si è stabilizzata intorno ai 160 casi su 100.000 uomini/anno, con una incidenza maggiore per i neri rispetto ai bianchi e ancora minore per gli Asiatici…. (dati Nord – americani).
La mortalità è di 25 circa per 100.000 uomini; nel 2010 ci sono stati 218.000 nuovi casi e 32.000 morti (dati SEER USA). La mortalità negli ultimi 15 anni circa, si è ridotta (in seguito all’enorme numero di casi trattati), ma non di molto e comunque meno di quanto ci si sarebbe aspettato. Questo è un dato su cui riflettere e depone per la inadeguatezza del PSA come marcatore (concetto su cui torneremo).
FATTORI di rischio: età, razza, ereditarietà, dieta (Asian vs Western)
Poiché la popolazione invecchia con un aumento della vita media, il numero di Pca diagnosticati è aumentato negli ultimi 50 anni. La razza nera presenta un maggior rischio di ammalarsi di Pca, così come importante è la familiarità. Chi ha un parente stretto che si è ammalato di un tumore prostatico, dovrebbe sottoporsi ad accertamenti con più frequenza rispetto alla popolazione generale. Infine la Dieta: è indubbio che la dieta orientale (cino/giapponese) riduce il rischio di Pca rispetto alla dieta occidentale ( e a questo proposito meglio la dieta mediterranea rispetto a quella nord-americana).
Studi epidemiologici, fatti in Oriente, dimostrano che l’assunzione di almeno 5-6 tazze di Tè verde/dì riduce significativamente l’incidenza di Pca. Anche studi in vitro e in vivo vanno in questa direzione mostrando un’azione di chemioprevenzione delle Catechine del Tè verde sullo sviluppo del Pca.
Si ritiene infine che una alimentazione ricca di vegetali in senso generale (per esempio i pomodori) possa in qualche modo proteggere circa la comparsa di un Pca.
In tema di Prevenzione sono stati testati la Vitamina E, il Selenio, la Finasteride e la Dutasteride, ma nessuna molecola ha dato dati conclusivi riguardo alla possibilità di prevenire il Pca.
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