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In questo articolo, il Prof. Fanciullacci parla della Profilassi delle infezioni urinarie (UTI) recidivanti e della batteriuria asintomatica.
Come abbiamo visto negli articoli precedenti, le Infezioni urinarie (UTI) rappresentano un problema clinico importante, non fosse altro che per la loro frequenza. Diversi sono i germi che possono dare UTI. Essi in genere aggrediscono le vie urinarie per via ascendente, lungo l’uretra. Questo spiega la maggiore frequenza delle UTI nel sesso femminile. Si tratta di germi che ci portiamo addosso, o in zona perineale e/o vaginale e che normalmente non sono patogeni e che lo diventano per svariati motivi, non sempre chiari. Tra di essi:
- aumento della virulenza del germe
- e/o riduzione delle resistenze immunitarie dell’ospite, locali o generali
- e/o alterazioni della flora batterica intestinale.
Profilassi delle infezioni urinarie
Vediamo dunque qual è la profilassi delle infezioni urinarie.
In caso di UTI non complicata del basso tratto urinario nella donna (la cosiddetta semplice “cistite”) è in genere sufficiente un trattamento antibiotico di pochi giorni. In questi casi spesso è implicato E Coli. I Farmaci consigliati sono:
- la Fosfomicina,
- la Nitrofurantoina
- e i Sulfamidici.
I Chinolonici non andrebbero usati per una patologia solitamente così di scarso rilievo, causa la possibilità di creare resistenze batteriche.
Cistiti recidivanti
Può darsi il caso, invece, che (soprattutto nelle donne in menopausa) le cistiti diventino recidivanti (cioè si ripetano sempre più frequentemente), nonostante il trattamento. In questi casi le Linee Guida attuali propendono per una terapia antibiotica a basso dosaggio per lungo tempo (la cosiddetta profilassi). Per esempio Nitrofurantoina e Sulfamidici a piccole dosi (Bactrim), Fosfomicina ogni 7 – 10 giorni ecc… Si preferiscono gli antibiotici citati sopra per la loro scarsa capacità di creare resistenze batteriche. Questa profilassi la si consiglia per almeno 3 mesi e poi si rivede il paziente per un eventuale riduzione delle dosi terapeutiche. Utile:
- associare Integratori di origine vegetale (Uva Ursina, Cranberry, Curcumina….)
- e aggiungere cicli anche brevi (ma ripetuti) di Fermenti Lattici.
Nelle donne in Menopausa si consiglia associare piccole quantità di estrogeni per via vaginale (creme, ovuli ).
Batteriuria asintomatica
Un altro evento tutt’altro che raro (soprattutto nella donna in Menopausa) è rappresentato dalla cosiddetta Batteriuria asintomatica. Si tratta cioè di pazienti con urinoculture positive, in assenza di sintomi e/o di leucociti nelle urine (indicatori di infiammazione). Questi casi sono importanti, perché in genere questi pazienti fanno svariate terapie antibiotiche, senza ottenere risultati (ma soprattutto senza che ce ne sia bisogno).
Bisogna naturalmente escludere dei fattori favorenti di vario tipo (vedi articoli precedenti sulle UTI) e per questo basta fare una Ecografia dell’Apparato urinario con valutazione del Residuo post-minzionale. In caso di batteriuria asintomatica l’infezione (cioè la presenza di germi) non va trattata! Si possono dare come supporto degli Integratori (vedi sopra), dei Fermenti Lattici ed eventualmente piccole quantità di estrogeni localmente (ovviamente se il paziente è una donna). La Batteriuria asintomatica va trattata con antibiotici solo in 2 condizioni:
- nella donna in gravidanza
- e prima di interventi chirurgici a carico del tratto urinario (e interventi chirurgici in genere).
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