Prolasso urogenitale: caso clinico

Il prolasso urogenitale consiste nello spostamento verso il basso:

  • della vescica (cistocele)
  • dell’utero (isterocele o prolasso uterino)
  • o del retto (rettocele).

Tale spostamento è dovuto al cedimento delle strutture di sostegno di tali organi, che generalmente avviene con l’età e può essere legato a:

  • fattori congeniti
  • carenze ormonali (che sopraggiungono per lo più dopo la menopausa)
  • sollecitazioni meccaniche (come il parto)
  • costante pressione addominale dovuta a obesità o stipsi.

Il prolasso urogenitale viene classificato con un grado da 1 a 4 a seconda della gravità. E’ proprio in base al grado del prolasso ed alla sintomatologia che può stabilirsi se vi sia o meno indicazione all’intervento. Ciò è evidente in un caso clinico di prolasso urogenitale trattato dal nostro Urologo Milano.

Caso di prolasso genitale: quadro clinico

G.G. donna anni 62. Anamnesi negativa per malattie di rilievo. Coniugata, 2 gravidanze spontanee con parto eutocico. Menopausa spontanea. Viene inviata dal medico di famiglia per un prolasso urogenitale. Presenta una sintomatologia minzionale consistente essenzialmente in:

  • difficoltà minzionali (di medio grado),
  • con un modesto aumento della frequenza urinaria notturna.

A volte la minzione viene riferita in più riprese. La paziente riferisce un senso di peso (modesto) a livello perineale in stazione eretta e durante il cammino.

La visita ginecologica ha evidenziato un cistocele (prolasso vescicale) di secondo grado con un isterocele (prolasso uterino) di I°/II° grado. Il quesito posto è se vi sia indicazione all’intervento chirurgico.

Diagnosi di prolasso urogenitale: cistocele e isterocele

La visita conferma il dato riportato dal ginecologo:

  • il cistocele è di medio grado (trattasi di prolasso vescicale, visibile alla visita come prolasso della parete vaginale anteriore),
  • mentre l’isterocele (prolasso uterino) è tutto sommato modesto (visibile alla visita come discesa del collo dell’utero).

L’esame delle urine e l’urinocultura sono negativi.

L’Ecografia dell’Apparato urinario mostra:

  • una normalità dell’alto tratto urinario,
  • una vescica di forma normale
  • e un residuo post-minzionale assente.

Conclusioni

L’eventuale intervento consisterebbe in:

  • asportazione dell’utero per via vaginale (colpo-isterectomia)
  • + plastica vaginale anteriore (per sostenere la vescica urinaria)
  • + plastica vaginale posteriore per sostenere il retto.

La paziente non è incontinente, nemmeno sospendendo il collo uterino verso l’alto con manovra manuale durante la visita. Pertanto, non sarebbe necessario eseguire, durante l’intervento, una sospensione del collo vescicale. (Si tratta di un intervento – eseguibile in più modi – atto a correggere l’incontinenza urinaria da sforzo).

A nostro parere, l’indicazione all’intervento è molto dubbia. Infatti, all’alterazione anatomica non corrisponde un’alterazione funzionale tale da richiedere una correzione chirurgica. Questo, come tutti gli interventi, ha una certa percentuale (sia pur bassa) di complicanze. Fra l’altro, la correzione del cistocele oggi viene fatta con l’impiego di “retine” di materiale sintetico, che possono provocare delle reazioni tissutali anche importanti.

In caso di un possibile prolasso urogenitale, consulta il nostro Urologo Milano.

Consulta Urologo Milano