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Cisti sacro-coccigea: definizione
La cisti sacro-coccigea è una formazione benigna localizzata nella regione sacro-coccigea. Maggiormente diffusa tra gli uomini di giovane età, è detta anche “cisti pilonidale” per via della sua composizione. Infatti contiene normalmente peli (e pus). Fino agli anni ’80, questa patologia era ritenuta congenita. Oggi invece è seguita la tesi del chirurgo statunitense Jon Bascom, che per primo ritenne la cisti pilonidale una malattia acquisita. Lo sfregamento produce l’incarnamento di un pelo con conseguente infiammazione e formazione di una o più cisti. La causa può essere quindi lo sfregamento delle natiche, ma anche dei microtraumi continui dovuti ad esempio alla posizione seduta. L’argomento è trattato dal Proctologo per la sua localizzazione. In realtà però la cisti sacro-coccigea non interessa l’ano. Si tratta piuttosto di una malattia dermatologica.
Sintomi
La cisti sacro-coccigea si presenta come una piccola tumefazione nella regione sacro coccigea. Sono presenti fasi alterne, di infiammazione e non. Di solito il paziente nota le cisti pilonidali al momento in cui è in corso il processo infiammatorio, che può portare:
- dolore a livello locale
- ed anche febbre e cefalea.
L’ascesso da luogo alla fuoriuscita di pus, il che può facilmente causare la formazione di altre cisti pilonidali nella stessa area.
Trattamento chirurgico
Nella fase iniziale o nei casi più lievi, si possono utilizzare prodotti per tenere sotto controllo questa condizione. Tuttavia, la terapia vera e propria è chirurgica e consiste nell’asportazione della porzione di pelle malata. L’intervento viene preferibilmente praticato nella fase recessiva e non durante l’ascesso.
Il trattamento chirurgico avviene con tecniche mini-invasive, in via ambulatoriale e con anestesia locale. Può essere preceduto da antibiotico-terapia, per prevenire l’estendersi dell’infezione. Lo scopo è duplice:
- eliminare le cisti
- ed evitare le recidive.
Le tecniche principalmente utilizzate sono:
- quella di Bascom, che prevede l’asportazione del tessuto malato con una incisione laterale
- quella di Gips, che utilizza lame circolari praticando piccoli forellini in corrispondenza delle cisti da asportare.
La prima tecnica, richiedendo delle incisioni, comporta poi la sutura per una più veloce cicatrizzazione. Ma in molti preferiscono optare per la c.d. “chiusura per seconda intenzione”. Si tratta di far rimarginare la ferita senza punti, attraverso delle medicazioni. La guarigione è più lenta e richiede costanza e scrupolosità da parte del paziente nell’eseguire le medicazioni. In compenso, ciò consente di ridurre il rischio di recidive.
Per una consulenza in merito alla cisti sacro-coccigea puoi rivolgerti al nostro Proctologo online. La consulenza prestata tramite questo sito è privata e gratuita.
Consulta Chirurgo Proctologo Milano