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Diverse sono le possibilità per la terapia della ipertrofia prostatica benigna. L’IPB è un ingrossamento della ghiandola, benigno, dovuto ad ipertrofia della componente ghiandolare e connettivale, detta anche adenoma prostatico. Tale malattia si ha in un elevatissimo numero di uomini, per svariati fattori, con l’invecchiamento. Data la posizione della ghiandola prostatica, l’IPB determina tutta una serie di disturbi minzionali, sia di tipo ostruttivo che irritativo.
Terapia della ipertrofia prostatica benigna: medica o chirurgica?
La Terapia medica è spesso efficace. Essa va data in base soprattutto ai sintomi e al grado di ostruzione determinato dall’ingrossamento prostatico. I sintomi sono:
- ostruttivi (flusso lento e interrotto con svuotamento vescicale incompleto, sgocciolamento post-minzionale),
- o irritativi (minzione frequente, anche notturna, con episodi di urgenza fino all’incontinenza).
Ricordo che a volte la qualità di vita può essere compromessa, soprattutto per i sintomi notturni!
Bisogna escludere la presenza di un importante residuo post-minzionale di urina, che può rendere necessario un trattamento chirurgico.
Farmaci alfa-litici
La base della terapia è costituita dai Farmaci cosiddetti alfa-litici. Essi agiscono sui Recettori del collo vescicale/prostata (Recettori chiamati alfa):
- provocando un rilasciamento della muscolatura liscia del collo vescicale/prostata
- e favorendo la minzione.
A volte, il miglioramento del flusso è drammatico, anche nel giro di pochi giorni. Ci sono molte molecole appartenenti a questo gruppo di Farmaci. Essi sono utilissimi, ma non privi di effetti collaterali e di solito abbastanza tollerati. Si possono comunque verificare:
- abbassamento della pressione,
- eiaculazione retrograda,
- rinite e fenomeni allergici di vario tipo.
I principali e più selettivi prodotti di questo tipo sono la Tamsulosina, la Alfuzosina e la Silodosina.
Inibitori della 5-alfa-reduttasi
Vi sono poi gli Inibitori della 5-alfa-reduttasi, che agiscono bloccando il testosterone all’interno della cellula prostatica. Agendo in tal modo, essi sono in grado di ridurre il volume della ghiandola prostatica fino al 20-30%. Anche questi farmaci hanno effetti collaterali di cui tener conto. Ad esempio:
- calo della libido,
- deficit erettile
- e ingrossamento delle mammelle.
Essi sono indicati soprattutto in prostate voluminose. Appartengono a questa famiglia la Finasteride e la Dutasteride.
Questi farmaci, che sono mutuabili, devono essere presi, se non per sempre, per lo meno per periodi molto lunghi e non devono essere sospesi bruscamente.
Estratti di piante
Un tipo di trattamento che si presta a somministrazioni discontinue e che è assolutamente privo di effetti collaterali è rappresentato dagli estratti di piante.
Soprattutto la Serenoa, in adeguata titolazione, rappresenta un presidio utile nella terapia dell’IPB, particolarmente nei casi moderati/lievi. E’ meglio prediligere gli estratti oleosi di Serenoa, con titolazione di Acidi grassi elevata, intorno all’85/90%. La Serenoa ha un effetto anti-androgeno, anti-proliferativo e anti-infiammatorio.
Altri estratti vegetali sono il Pygeum, l’Ortica, l’Epilobio, i semi di zucca. Utile anche la Quercetina, se si sospetta una forte componente infiammatoria.
In merito alle possibilità per la terapia della ipertrofia prostatica benigna (IPB), puoi consultare il nostro Urologo online. Oppure prenota una visita presso il nostro Urologo Milano, Prof. Franco Fanciullacci.
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