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Cos’è l”incontinenza urinaria da sforzo
L’incontinenza urinaria da sforzo nella donna è un problema frequente con l’avanzare dell’età. Consiste nella perdita del controllo, di grado più o meno lieve, della vescica, con fuoriuscita involontaria di urina. E’ un disturbo imbarazzante e generalmente vissuto con disagio e si manifesta in presenza dei movimenti o sforzi che comportano una compressione della vescica, come ad esempio:
- starnuti, tosse, risata
- salti, esercizio fisico, sollevamento di oggetti pesanti.
Cause dell’incontinenza urinaria da sforzo
L’incontinenza urinaria da sforzo nella donna si verifica per l’indebolimento dello sfintere e dei muscoli pelvici che sostengono la vescica. Alcune comuni concause sono l’invecchiamento, l’obesità, gravidanze e parti, infezioni delle vie urinarie, diabete.
Cura dell’incontinenza urinaria da sforzo
Va premesso che una vita attiva ed una dieta sana incidono positivamente, aiutando a ridurre un eventuale problema di sovrappeso o comunque a mantenere attiva la muscolatura.
Ciò detto, esistono trattamenti che possono ridurre o anche risolvere completamente il problema dell’incontinenza urinaria da sforzo:
- terapia riabilitativa
- intervento chirurgico.
Va innanzitutto valutata la possibilità di sottoporsi ad una terapia riabilitativa del pavimento pelvico. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza muscolare e l’effetto è una maggiore continenza.
Inoltre, nei casi più seri, è possibile sottoporsi al trattamento chirurgico dell’incontinenza urinaria, per dare maggiore sostegno alla vescica e all’uretra. Vediamo in concreto come ciò avviene, attraverso l’analisi di un caso clinico seguito dal nostro Ginecologo online Dottor Riva.
Caso clinico – Moderna chirurgia della incontinenza urinaria da sforzo della donna
Quadro clinico
- Paziente di 69 anni, affetta da diabete mellito da diversi anni, in terapia con Insulina. Obesità importante (BMI 28).
- 3 gravidanze con parto vaginale: 2 figli di peso superiore a 4000 gr. In menopausa spontanea dall’età di 52 anni.
- Incontinenza urinaria da sforzo importante da 7 anni, con necessità di utilizzare costantemente delle protezioni igieniche (mediamente 4 al giorno).
- L’esame delle urine e l’urinocoltura sono negativi.
- Il diario minzionale ha dimostrato: frequenza delle minzioni: 8-10 di giorno – 1-2 di notte. La vescica ha una capacità di 300-450 ml. (normale). Il ristagno post-minzionale è di 40 ml. (nella norma).
Esami eseguiti e diagnosi
- Lo stress test si dimostra positivo, sia con la paziente in piedi, che sdraiata (fattore di gravità).
- La capacità contrattile dei muscoli vaginali e del pavimento pelvico è scarsa. Non vi è presenza di prolasso uterino o vaginale.
- La paziente ha eseguito gli esami urodinamici, che, ricordiamo, sono altamente raccomandati nei casi complessi o per i quali si pensa sia da proporre l’intervento chirurgico: sia la manometria vescicale che la flussometria sono risultate normali. Si è dimostrato un abbassamento dell’uretra sotto sforzo (definito clinicamente ipermobilità uretrale), che costituisce un fattore causale primario dell’incontinenza urinaria da sforzo.
Terapia consigliata
- Alla paziente è stato consigliato un ciclo di terapia riabilitativa del pavimento pelvico al fine di migliorare l’efficienza muscolare e ottenere un significativo miglioramento della continenza: seguendo le linee-guida internazionali è questa infatti la prima terapia da proporre alle pazienti con incontinenza urinaria da sforzo.
Impossibilità di effettuare la terapia riabilitativa e scelta dell’intervento
- La paziente non ha purtroppo strutture convenzionate presso cui effettuare tale terapia, per cui richiede di essere sottoposta all’intervento chirurgico. Questa purtroppo è una situazione abbastanza frequente, per cui si assiste spesso alla omissione di questo importante step terapeutico.
Intervento di sospensione dell’uretra con T.O.T.
- La paziente è stata sottoposta ad intervento di sospensione dell’uretra media mediante benderella eterologa (sintetica) con tecnica trans-otturatoria (T.O.T.).
- Sia l’intervento che il decorso post-operatorio sono risultati regolari. La paziente è stata dimessa dopo 2 giorni dall’intervento in buone condizioni. Le è stato raccomandato di non sottoporsi a sforzi importanti per 2 mesi e di tenere regolato l’intestino per evitare la stitichezza, che potrebbe rendere meno buoni gli esiti dell’intervento.
Esiti del controllo post-operatorio
- Il controllo post-operatorio è stato effettuato dopo 40 giorni: la paziente è perfettamente continente: la frequenza minzionale è di 5 minzioni al giorni, 0-1 volta la notte.
Osservazioni
- I parti di neonati di peso elevato e l’obesità costituiscono un fattore di rischio per l’insorgenza di incontinenza urinaria da sforzo. Il diabete costituisce un fattore di rischio sia per l’insorgenza di disfunzioni vescicali (particolarmente per i problemi di svuotamento), sia per il verificarsi di infezioni intra o post-operatorie. In questo caso la funzione vescicale era perfettamente conservata ed è stata attuata una profilassi antibiotica peri-operatoria, che ha scongiurato la complicanza. L’intervento di T.O.T. è attualmente considerato universalmente di prima scelta nella terapia della incontinenza urinaria da sforzo accompagnata da ipermobilità uretrale, fattore causale che viene corretto dall’intervento stesso. Della scarsa disponibilità di centri convenzionati per la riabilitazione del pavimento pelvico si è già detto.
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